9 Agosto 2013

Scontro sulle primarie. Letta-Renzi, è gelo

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Direzione del Pd, con Letta che tenta ancora una volta di spiegare ai suoi che la stabilità del governo non ha alternative: andare al voto col “porcellum”, tra l’altro, comporterebbe un nuovo pareggio e un nuovo stallo. Ma ovviamente Renzi non è convinto, al di là delle rassicurazioni di prammatica. Già si immagina premier, il sindaco di Firenze, e già ha detto che non farà prigionieri, spiegando che nell’era Renzi gli attuali esponenti del Pd dovranno accomodarsi ai giardinetti.

Molto sicuro di sé, insomma. Sa di avere forza dalla sua, che non deriva solo dalla sua immagine, ma anche da una convergenza di circostanze che ne fanno “l’eletto”. E la sua idea della politica non comporta mediazioni e compromessi (cosa pericolosa in politica).

Così Grillo già lo incalza, immaginando già la futura disfida; e gli rimprovera la mancata elezione di Prodi a presidente della Repubblica, trauma che ha avuto come conseguenze il bis di Napolitano e la nascita del governo delle larghe intese. La risposta non si è fatta attendere ed è stata stizzita: non sono stati i renziani a impallinare Prodi nel segreto, ma altri. E certe illazioni sfiorano il penale… minaccia senza fondamento, ovviamente, ma che è indice di certo “cattivismo” alquanto di moda.

Nessuna risposta però all’ironia più intelligente di Grillo, che nel suo messaggio alla nazione ne storpia il cognome, che diventa Renzie, ricordando la comparsata del sindaco fiorentino allo show di Maria di Filippi abbigliato in stile Happy days.

Purtroppo per il sindaco non sono tempi felici questi per l’Italia. Anzi: mala tempora currunt: portare su di sé la responsabilità di una crisi di governo e di elezioni anticipate è rischioso. Così la recondita speranza di Renzi è che sia il centrodestra a staccare la spina, sull’onda delle contestazioni giudiziarie. Una speranza che riposa anche sul frenetico attivismo degli ultras del Pdl.

Ma se ne riparla a settembre. Nella speranza che le vacanze stemperino certo nervosismo.

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