7 Marzo 2013

Siria, 20 caschi blu sequestrati dai ribelli sul Golan

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Uno dei tanti gruppi ribelli che agiscono in Siria, i martiri di Yarmouk, ha sequestrato venti osservatori dell’Onu e diffuso un video nel quale hanno lanciato il loro ricatto al mondo: le truppe siriane devono abbandonare Jamla, un villaggio al confine di Israele, altrimenti i rapiti saranno trattati come prigionieri di guerra. Un’azione singolare che viola diverse norme internazionali e, allo stesso tempo, ferocemente assurda. Un ricatto senza precedenti: se l’Onu cede, qualsiasi operatore delle Nazioni Unite delle varie missioni dispiegate nel mondo diventerebbe bersaglio per ricattare terzi. Questo dà la misura della barbarie che si sta consumando in Siria ad opera, e qui non si può non usare il termine usato da Damasco, di terroristi. 

Gli operatori Onu rapiti appartengono al contingente della missione Undof, che dal 1974 è di stanza al confine tra Siria e Israele. 

Dall’altra parte del confine si segnala un’invasione di locuste. Un fenomeno di per sé alquanto fastidioso in altra parte del mondo, ma nulla di più. Non per gli ebrei ultraortodossi. Segno nefasto: fu una delle sette piaghe che il Signore inviò contro l’Egitto. 

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