13 Luglio 2013

Siria, trappola di Al Qaeda Ucciso leader degli insorti

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L’hanno invitato a un vertice dei leader delle forze anti-Assad. Lui c’è andato, in qualità di esponente di rilievo del Libero esercito siriano. E lo hanno giustiziato. A emettere la sentenza i leader di Al Qaeda che guidano le altre forze di opposizione: l’accusa era di tradimento. È morto così Muhammad Kamal al Hamami, uno dei più carismatici leader delle milizie che si oppongono al governo di Damasco.

Al di là delle varie narrazioni che accompagnano questa storia, l’episodio dimostra pubblicamente la spaccatura tra le varie anime del fronte anti-Assad. Da tempo si segnalavano scontri tra fondamentalisti islamici e altri oppositori di Damasco, ma quella di ieri è una giornata che segna un punto di non ritorno: da oggi la narrazione più in voga in Occidente, quella che vede un popolo in armi opporsi a un regime dispotico, è finita. Resta la realtà di un variegato mondo di signori della guerra che tentano di assicurarsi il maggior profitto possibile da una guerra tragica della quale ancora non si intravede la fine. 

Imbarazzo anche tra gli sponsor occidentali, per i quali è sempre più difficile giustificare il sostegno accordato alle milizie di Al Qaeda. Come si è visto negli ultimi giorni al Congresso Usa, dove iniziano a circolare perplessità.

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