16 Aprile 2013

Terrore in Usa, bombe sulla maratona

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Due bombe insanguinano l’America durante lo svolgimento della maratona di Boston, una delle più prestigiose del mondo. Un attentato ideato con cura, dal momento che gli ordigni sono stati fatti esplodere con la tecnica del sandwich: la seconda bomba scoppia in un secondo tempo, per colpire i soccorritori accorsi dopo la prima esplosione. Altri due ordigni sono stati disinnescati, mentre un altro è esploso, causando un incendio nella Biblioteca intitolata a John F. Kennedy. Su quest’ultimo episodio, però, le autorità tendono a smussare, parlando di vicenda non collegata. Tre le vittime, tra le quali un bambino, e centinaia i feriti, dei quali una quindicina versano in gravi condizioni. Si tratta del più grave attentato terroristico compiuto sul suolo degli Stati Uniti dopo l’11 settembre. Nella concitazione del momento, si è parlato anche di altre bombe disinnescate o inesplose, generando il timore di un vero e proprio attacco contro il Paese: un allarme che ha spinto le autorità a varare misure di massima sicurezza in varie città.

L’attentato è stato compiuto nella parte del tragitto dedicata alle vittime della strage di Newtown (Città nuova) per ricordare quanto accaduto nel dicembre del 2012, quando uno squilibrato diede l’assalto a una scuola uccidendo 27 persone, tra cui venti bambini (eccidio che ha spinto il presidente degli Stati Uniti a iniziare un duro braccio di ferro con la lobby delle armi per il varo di una legge sul controllo della vendita di armamenti; legge  fortemente contrastata e ancora non approvata). La maratona di Boston si tiene, come ogni anno, nel Patriot’s Day: ricorrenza storica che celebra il movimento dei Tea Party, nato proprio a Boston, che fu la scintilla che diede inizio alla guerra di indipendenza dagli inglesi.

Ancora ignoti gli autori della strage: si segue la pista del terrorismo islamico, ma si indaga anche, e soprattutto, fra le pieghe delle varie frange estremiste e suprematiste che negli ultimi anni hanno intensificato le loro attività e le loro minacce contro l’amministrazione Obama. Nel suo discorso alla nazione, il presidente degli Stati Uniti ha promesso: «Qualunque sia il gruppo che sarà riconosciuto responsabile, sentirà tutta la potenza della giustizia degli Stati Uniti».

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