Un milione di brasiliani in strada Governo in trincea, due morti
Tempo di lettura: < 1 minuteLe piazze brasiliane ribollono e mettono in seria difficoltà il governo di Dilma Roussef. La sollevazione giovanile era nata come protesta per il rincaro dei prezzi dei trasporti pubblici, misura subito revocata, ma presto ha preso una forma più magmatica e indistinta: si va in piazza contro le spese sostenute per ospitare la Confederation Cup, contro la corruzione e altro. A volte i cortei sono pacifici, altre invece violenti e ben organizzati, tanto che squadre di manifestanti ben preparate sono riuscite a colpire obiettivi strategici: ieri è stato dato alle fiamme il portone del ministero degli Esteri. A scendere in piazza sono giovani appartenenti alla fascia media, ma quello che impressiona è il numero dei partecipanti e le dimensioni dell’evento, che ormai riguarda diverse città brasiliane.
Proprio perché non sembrano avere un obiettivo preciso, è impossibile fare previsioni sulla durata e sulle possibili conseguenze delle proteste. Ieri il segretario generale della Presidenza, Gilberto Carvalho ha dichiarato che i disordini stanno mettendo in dubbio il viaggio del Papa in Brasile previsto per fine luglio, in occasione della giornata mondiale della gioventù.