18 Maggio 2013

Videla, l'Hitler della Pampa che violentò l'Argentina

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Muore, nel carcere dove era detenuto, Jorge Videla. L’ex dittatore è stato il primo uomo forte della serie di dittatori che ha funestato l’Argentina a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Il più sanguinario e insieme il più simbolico, anche grazie a quei baffetti che lo hanno fatto accostare a Hitler. Fu sotto la sua reggenza che venne inaugurata una nuova tecnica del terrore: i desaparecidos. Uomini spariti nel nulla, quindi, ufficialmente non morti, anche se in realtà venivano torturati e uccisi in vari modi. 

Non si è mai pentito di quanto commesso, giustificando il suo operato con la necessità di contenere il comunismo. Come altri regimi latinoamericani dell’epoca, ebbe il sostegno incondizionato dell’Occidente. Nel caso italiano, questo sostegno ebbe a sostanziarsi, in particolare, con l’appoggio della Loggia massonica P2: pare, tra l’altro, che l’archivio dell’associazione segreta fosse custodito proprio in Argentina.

Recentemente, a metà dello scorso marzo, fece il giro del mondo una sua intervista da brividi, rilasciata al giornale Cambio, nella quale, rivolgendosi ai suoi vecchi sodali, aveva dichiarato la necessità di tornare ad impugnare le armi. Sic transit gloria mundi.

 

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