27 Luglio 2013

Violenze di piazza in Egitto Morsi accusato di complotto

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Non diminuisce la tensione in Egitto. Ieri manifestazioni di massa in tutte le più importanti città. A sfidarsi, anche fisicamente, i due fronti contrapposti: i Fratelli musulmani e i sostenitori dell’attuale governo, messo su dai militari.

Morsi è stato accusato di complotto contro lo Stato, e con lui anche Hamas, dal momento che alcuni miliziani di questa organizzazione palestinese hanno provato a liberare l’ex presidente egiziano con la forza, causando morti e feriti.

Situazione simile in Tunisia, dove il partito al governo, Ennahda, è incalzato da forze analoghe. Ieri il ministro degli Interni ha dato un volto all’autore degli omicidi politici che hanno scosso il Paese negli ultimi mesi: quello dei leader dell’opposizione Chokri Belaid e Mohamed Brahmi – quest’ultimo ucciso giovedì scorso. L’autore degli omicidi sarebbe tal Boubaker El Hakim, a capo di una cellula terroristica salafita, uomo di apparato del network del terrore che recluta kamikaze per l’Iraq e miliziani da inviare in Siria. Personaggi che vanno di moda ultimamente.

Ma la celerità con la quale si è mosso l’apparato di sicurezza tunisino non ha convinto lo stesso gli oppositori del governo. La contestazione resta, come anche le accuse a Gannouchi, leader di Ennahda, di complicità nell’assassinio dei leader dell’opposizione. Qui come in Egitto, il governo non ha molte sponde che gli consentano un qualche gioco. Le pressioni cresceranno ed è alquanto improbabile che Ennadha possa restare al suo posto.

La Primavera araba, iniziata proprio in Tunisia e proseguita in Egitto, è un ricordo lontano e ormai indistinto.

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