21 Ottobre 2013

Voto segreto o palese, la Giunta in bilico L'offensiva di Alfano

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Il 29 ottobre sarà una data fatidica: in quel giorno la Giunta per il regolamento del Senato dovrà decidere se la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore dovrà essere decisa tramite voto segreto o palese. Si tratta della decadenza conseguenza della legge Severino, prevista in caso di condanna di un parlamentare, non di quella comminata da Tribunale penale di Milano come pena accessoria per la vicenda Mediaset – su quest’ultima c’è ancora la possibilità del ricorso in Cassazione da parte della difesa e approderà in Aula chissà quando.

La data fissata per la decisione della Giunta è ancora lontana, ma la battaglia è iniziata: i numeri della Giunta che dovrà decidere su un voto palese o segreto – il regolamento e i precedenti in materia sono controversi – sono in bilico, anche dopo i recenti colloqui tra gli esponenti di centro e gli uomini del Pdl che hanno fatto supporre possibili accordi, ovviamente negati dai protagonisti, su un salvataggio del Cavaliere in cambio di concessioni politiche: Pierferdinando Casini e altri leader di centro pensano già al post Berlusconi e vorrebbero dare il loro contributo alla nascita di un nuovo centrodestra, o centro, con gli omologhi del Pdl. Partita complessa, che necessita di tempi non eccessivamente ristretti: il salvataggio del Cavaliere potrebbe allungare la vita del governo e offrirebbe possibilità di manovra.

D’altronde il tema della fuoriuscita di Berlusconi dalla scena politica sarà uno dei fattori principali della politica italiana dei prossimi mesi: c’è da riorganizzare un’area che è destinata a rimanere orfana del suo padre-padrone e creare qualcosa  di nuovo e di alternativo alla sinistra: la politica non prevede spazi vuoti. 

Se è vero che i protagonisti di questo progetto appaiono decisamente non all’altezza, è pur vero che la politica usa di quel che c’è. E al momento non si vedono alternative reali. 

Un’ultima considerazione: i protagonisti di quest’avventura sono uomini politici che hanno intessuto rapporti proficui, per loro anzitutto, con le gerarchie ecclesiastiche pre-Francesco: da Bertone a Ruini, ma anche altri cardinali influenti della Chiesa. L’elezione di Papa Francesco ha cambiato tutto. Sarà interessante vedere le conseguenze di tale cambiamento, anche se forse si può già immaginare che quel richiamo ai valori tanto spesso sbandierato in passato dal centrodestra – e altrettanto spesso sconfessato – come manifestazione di un rapporto privilegiato con la Chiesa verrà meno. Sarà un elemento di chiarezza: Dio è un mistero, ma Gesù non risulta sia stato di destra né di sinistra.

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