29 Giugno 2014

Il Papa, la paura di Pietro e la fedeltà misericordiosa del Signore

Il Papa, la paura di Pietro e la fedeltà misericordiosa del Signore
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«”Il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode”. Agli inizi del servizio di Pietro nella comunità cristiana di Gerusalemme c’era ancora grande timore a causa delle persecuzioni di Erode contro alcuni membri della Chiesa. C’era stata l’uccisione di Giacomo, e ora la prigionia dello stesso Pietro per far piacere al popolo. Mentre egli era tenuto in carcere e incatenato, sente la voce dell’Angelo che gli dice: “Alzati in fretta! … Mettiti la cintura e legati i sandali … Metti il mantello e seguimi!”. Le catene cadono e la porta della prigione si apre da sola. Pietro si accorge che il Signore lo “ha strappato dalla mano di Erode”; si rende conto che Dio lo ha liberato dalla paura e dalle catene. Sì, il Signore ci libera da ogni paura e da ogni catena, affinché possiamo essere veramente liberi. L’odierna celebrazione liturgica esprime bene questa realtà, con le parole del ritornello al Salmo responsoriale: “Il Signore mi ha liberato da ogni paura”». Così il Papa, nell’omelia della celebrazione eucaristica in occasione della solennità dei santi Pietro e Paolo il 29 giugno.

Ha accennato alla paura il Papa, alla paura dei pastori e dei fedeli, e alla ricerca di rifugi da questa, nei potenti di questo mondo o nelle «gratificazioni» e nei «riconoscimenti». A queste paure risponde l’episodio evangelico dell’apostolo: «Pietro ritrovò la fiducia quando Gesù per tre volte gli disse: “Pasci le mie pecore”. E nello stesso tempo lui, Simone, confessò per tre volte il suo amore per Gesù, riparando così al triplice rinnegamento avvenuto durante la passione. Pietro sente ancora bruciare dentro di sé la ferita di quella delusione data al suo Signore nella notte del tradimento. Ora che Lui gli chiede: “Mi vuoi bene?”, Pietro non si affida a sé stesso e alle proprie forze, ma a Gesù e alla sua misericordia: “Signore tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene”. E qui sparisce la paura, l’insicurezza, la pusillanimità […] Pietro ci mostra la strada: fidarsi di Lui, che “conosce tutto” di noi, confidando non sulla nostra capacità di essergli fedeli, quanto sulla sua incrollabile fedeltà. Gesù non ci abbandona mai, perché non può rinnegare se stesso (cfr 2 Tm 2,13). E’ fedele. La fedeltà che Dio incessantemente conferma anche a noi Pastori, al di là dei nostri meriti, è la fonte della nostra fiducia e della nostra pace». 

Alla celebrazione ha preso parte una delegazione della Chiesa Ortodossa, inviata dal Patriarca ecumenico Bartolomeo I, guidata dal Metropolita Ioannis.

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