19 Giugno 2013

Il Papa: la tentazione dell'ipocrisia e la bella preghiera del pubblicano

Il Papa: la tentazione dell'ipocrisia e la bella preghiera del pubblicano
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Il Fariseo ed il Pubblicano, mosaico in S. Apollinare Nuovo, Ravenna

«Intellettuali senza talento, eticisti senza bontà, portatori di bellezze da museo»: queste le categorie di «ipocriti che Gesù rimproverava tanto». Una tentazione, quella dell’ipocrisia, che hanno «tutti i cristiani». Così Papa Francesco nella Messa del 19 giugno in Casa Santa Marta. «Pensiamo all’ipocrisia nella Chiesa – ha affermato il Pontefice –: quanto male ci fa a tutti!»; ecco perché bisogna pensare a Gesù «che ci parla di pregare nel nascondimento, di profumarci la testa nel giorno del digiuno e di non far suonare la tromba quando facciamo un’opera buona». In questo, ha spiegato il Vescovo di Roma citando la parabola di Gesù riportata nel vangelo di Luca, «ci farà bene quell’icona tanto bella del pubblicano: abbi pietà di me Signore, io sono un peccatore. E questa – ha esortato – è la preghiera che noi dobbiamo fare tutti i giorni, nella consapevolezza che noi siamo peccatori, ma con peccati concreti, non teorici». Tale preghiera ci aiuterà a percorrere «la strada contraria» all’ipocrisia, tentazione che «tutti noi abbiamo». «Ma tutti noi – ha ricordato in conclusione – abbiamo pure la grazia, la grazia che viene da Gesù Cristo»: «Chiediamo al Signore che ci salvi da ogni ipocrisia e ci dia la grazia dell’amore, della larghezza, della magnanimità e della gioia».

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