28 Gennaio 2015

Koch e la pescheria del Signore

Koch e la pescheria del Signore
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«Dio è un Dio che chiama, che si rivolge concretamente a noi uomini, che ci chiama per nome e vuole essere pertanto ascoltato da noi uomini. Già nel giardino del paradiso Dio cerca Adamo e gli chiede: “Dove sei?”». Inizia così l’omelia della messa celebrata dal cardinale Kurt Koch al termine della settimana ecumenica pubblicata sull’Osservatore romano del 27 gennaio. «La chiamata cristiana non dipende dunque dal volere degli uomini – ha quindi specificato il porporato – l’iniziativa viene sempre da Dio ed è permanentemente sua. La chiamata di Dio aspetta così la risposta di coloro che sono chiamati».

Una chiamata che non è rivolta a «pochi eletti», infatti il Signore chiama «ogni cristiano e, più precisamente, lo fa nel battesimo, nel quale Dio chiama ciascuno per nome, si rivolge a ciascuno personalmente e lo invita ad un’amicizia del tutto personale».

 

Un rapporto personale con Dio che ha come dinamica la sequela: «Dobbiamo prendere alla lettera la parola “sequela” – ha accennato infatti Koch – Non siamo infatti chiamati a precedere Dio, a camminare davanti a lui, con l’idea di dovere, secondo la nostra logica personale, stabilire noi stessi il cammino che in realtà può essere deciso soltanto da Dio. Siamo piuttosto chiamati a seguire Dio, a camminare dietro a lui e ad ascoltare la sua chiamata. La chiamata ad entrare nella sua sequela presuppone dunque l’agire fondamentale di Dio stesso».

 

E ancora: «Chi ascolta la chiamata di Gesù e lo segue, cessa di vivere e di agire nel suo proprio nome; egli vive ed opera piuttosto nel nome dell’Altro che lo chiama. Chi vive nella sequela di Gesù, è tenuto a tirarsi indietro e a porsi al servizio dell’annuncio del Vangelo. Egli non deve annunciare le sue proprie idee, ma la parola di Dio».

 

Quindi il cardinale si è soffermato sulla missione di quanti sono chiamati ad «assolvere un compito specifico nella comunità di fede della Chiesa». Costoro, secondo l’immagine del Vangelo, sono chiamati a diventare «pescatori di uomini». Ma il pescatore toglie i pesci dal loro ambiente naturale per un destino di morte, l’ambiente naturale degli uomini, spiega Koch riprendendo una bella immagine di san Girolamo, è l’aria, così questi «non vengono sottratti, come i pesci, al loro elemento vitale, ma liberati da un elemento mortale e portati nel loro ambiente vitale. Essi vengono tirati fuori dalla notte dell’acqua e portati alla luce e all’aria, perché possano respirare».

 

Una pesca «capitata a tutti noi nel sacramento del battesimo». Eppure «l’uomo all’inizio si rifiuta di essere tolto dall’acqua credendo di essere un semplice pesce che morirebbe se venisse tirato fuori dall’acqua delle profondità. Solo chi si lascia tirar fuori da Cristo dall’acqua della morte può fare l’esperienza che inizia a vivere davvero solo allora, a vivere nello spazio e nella luce di Dio. Ecco il grande dono che ci viene fatto con il nostro battesimo».

 

Ma «essere pescatori di uomini non significa soltanto trarre alcuni pesci fuori dall’acqua sulla terra, ma anche riunirli sulla terra in una nuova comunità. Introdurre gli uomini nella comunione con Gesù ed al contempo nella sua famiglia, nella comunità della Chiesa». Cosa che «avviene soprattutto nella celebrazione eucaristica, per la quale ci riuniamo ed in cui Cristo stesso raduna i pesci battezzati e li unisce alla sua famiglia. Nell’Eucaristia, Cristo ci dona il suo Corpo e trasforma così noi stessi nel suo Corpo, che vive nel mondo. Il Corpo di Cristo, che è la Chiesa, nasce dal Corpo di Cristo di cui il pane eucaristico ci rende partecipi».

 

«Il fatto che anche oggi ci sia una Chiesa come comunità di pesci tirati fuori dall’acqua del battesimo lo dobbiamo al fatto basilare che i primi discepoli –Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni- hanno ascoltato la chiamata di Gesù e l’hanno presa sul serio, come ci dice in maniera incisiva il Vangelo: “E subito, lasciate le reti, lo seguirono.” Se i primi discepoli non avessero ascoltato la chiamata di Gesù, forse ancora oggi, sulle sponde del Mare di Galilea, potremmo vedere una pescheria col nome “Pietro & Co. Srl” ma, allora, non ci sarebbe certamente nessuna Chiesa. La Chiesa esiste solo perché gli uomini ascoltano il Dio che chiama, lo accolgono nel loro cuore e si lasciano convincere dalla chiamata a seguirlo».

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