9 Dicembre 2015

L'inizio dell'Anno della misericordia

L'inizio dell'Anno della misericordia
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Nell’Udienza generale del 9 dicembre, papa Francesco ha affermato che il Giubileo della misericordia è un tempo «privilegiato perché la Chiesa impari a scegliere unicamente “ciò che a Dio piace di più”. E, che cosa è che “a Dio piace di più”? Perdonare i suoi figli, aver misericordia di loro, affinché anch’essi possano a loro volta perdonare i fratelli […] Sant’Ambrogio, in un libro di teologia che aveva scritto su Adamo, prende la storia della creazione del mondo e dice che Dio ogni giorno, dopo aver fatto una cosa  – la luna, il sole o gli animali – dice: “E Dio vide che questo era buono”. Ma quando ha fatto l’uomo e la donna, la Bibbia dice: “Vide che questo era molto buono”. Sant’Ambrogio si domanda: “Ma perché dice “molto buono”? Perché Dio è tanto contento dopo la creazione dell’uomo e della donna?”. Perché alla fine aveva qualcuno da perdonare. È bello questo: la gioia di Dio è perdonare, l’essere di Dio è misericordia. Per questo in quest’anno dobbiamo aprire i cuori, perché questo amore, questa gioia di Dio ci riempia tutti di questa misericordia».

 

E ha aggiunto che «è necessario riconoscere di essere peccatori, per rafforzare in noi la certezza della misericordia divina. “Signore, io sono un peccatore; Signore, io sono una peccatrice: vieni con la tua misericordia”. Questa è una preghiera bellissima. È una preghiera facile da dire tutti i giorni: “Signore, io sono un peccatore; Signore, io sono una peccatrice: vieni con la tua misericordia”».

 

Bello che il Giubileo della Misericordia si sia aperto a Roma, dopo l’apertura della Porta Santa di Bangui (Repubblica centrafricana), nel giorno dell’Immacolata concezione. «La festa dell’Immacolata Concezione – ha detto Francesco nell’omelia della messa dedicata a questa solennità  – esprime la grandezza dell’amore di Dio. Egli non solo è Colui che perdona il peccato, ma in Maria giunge fino a prevenire la colpa originaria, che ogni uomo porta con sé entrando in questo mondo. È l’amore di Dio che previene, che anticipa e che salva».

 

Entrare per la Porta Santa, ha affermato il Papa nella stessa omelia, «significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va incontro personalmente. È Lui che ci cerca! È Lui che ci viene incontro! Sarà un Anno in cui crescere nella convinzione della misericordia. Quanto torto viene fatto a Dio e alla sua grazia quando si afferma anzitutto che i peccati sono puniti dal suo giudizio, senza anteporre invece che sono perdonati dalla sua misericordia! Sì, è proprio così. Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio, e in ogni caso il giudizio di Dio sarà sempre nella luce della sua misericordia».

 

candeleNota a margine. Piace, dopo le parole del Papa, riportare due righe di uno dei tanti canti che la liturgia dedica alla Madonna nel giorno dell’Immacolata concezione: «Salve, Mater misericordiae/ Mater Dei et Mater veniae» (Salve Madre di misericordia, Madre di Dio e Madre di perdono). A sottolineare la felice scelta del giorno nel quale iniziare questo Anno della misericordia.

 

Meno felice, anzi decisamente infelice, la proiezione di fotografie di soggetti naturalistici sulla facciata della Basilica di San Pietro in occasione dell’apertura della Porta Santa: perché tale spettacolarizzazione svia ed è altro dalla semplicità dell’iniziativa di Francesco; perché la foto delle candele – con San Pietro che sembrava divorata dalle fiamme – produceva un non voluto effetto straniante (ricordava i video dell’Isis);  perché realizzata “in onore di papa Francesco” e alla sua sensibilità verso il creato, in un giorno che avrebbe dovuto essere dedicato al Signore e creatore; perché la Basilica di San Pietro è una chiesa e invece è diventata, anche se per poco tempo, un banale schermo dietro il quale, di fatto, si è celato l’essenziale; perché di show ce ne sono, e di molto migliori, nel mondo, non c’è bisogno di farne anche a San Pietro.

 

Scelta infelice, appunto, molto più delle pur non apprezzabili terrazze cardinalizie delle quali sono piene le cronache, le quali, nonostante tutto il deprecabile, appartengono del caso a una privata deriva mondana e non sono ostentate al mondo come qualcosa di spiritualmente edificante.

Non ci dilunghiamo oltre sull’iniziativa di qualche monsignore, probabilmente mal consigliato, nella speranza resti un caso isolato.

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