19 Agosto 2013

Papa Francesco e il magnificat, canto della speranza dei piccoli e degli umili

Papa Francesco e il magnificat, canto della speranza dei piccoli e degli umili
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L’Assunta, Tiziano Vecellio

«Il mistero dell’Assunzione di Maria in corpo e anima è tutto inscritto nella Risurrezione di Cristo. L’umanità della Madre è stata “attratta” dal Figlio nel suo passaggio attraverso la morte. Gesù è entrato una volta per sempre nella vita eterna con tutta la sua umanità, quella che aveva preso da Maria; così lei, la Madre, che Lo ha seguito fedelmente per tutta la vita, Lo ha seguito con il cuore, è entrata con Lui nella vita eterna». Così Papa Francesco nella messa a Castel Gandolfo del 15 agosto, nella festa dell’Assunzione di Maria. Ha raccomandato la preghiera alla Madonna il Pontefice, «in particolare il rosario», preghiera che «ha anche questa dimensione “agonistica”, cioè di lotta, una preghiera che sostiene nella battaglia contro il maligno e i suoi complici». Quindi ha parlato della speranza, che «è la virtù di chi, sperimentando il conflitto, la lotta quotidiana tra la vita e la morte, tra il bene e il male, crede nella risurrezione di Cristo, nella vittoria dell’amore. Abbiamo sentito il canto di Maria, il Magnificat: è il cantico della speranza, è il cantico del Popolo di Dio in cammino nella storia. È il cantico di tanti santi e sante, alcuni noti, altri, moltissimi, ignoti, ma ben conosciuti a Dio […]: questi hanno affrontato la lotta della vita portando nel cuore la speranza dei piccoli e degli umili. Maria dice: “L’anima mia magnifica il Signore” – anche oggi canta questo la Chiesa e lo canta in ogni parte del mondo. Questo cantico è particolarmente intenso là dove il Corpo di Cristo patisce oggi la Passione. Dove c’è la Croce, per noi cristiani c’è la speranza, sempre», che «è una grazia, un dono di Dio che ci porta avanti guardando il Cielo». «Maria – ha aggiunto concludendo – è sempre lì, vicina […] a questi nostri fratelli, cammina con loro, soffre con loro, e canta con loro il Magnificat della speranza».

Al termine della celebrazione è seguita la recita dell’Angelus, prima del quale il Vescovo di Roma ha ricordato nella preghiera l’Egitto e ha esortato a pregare «insieme per la pace, il dialogo, la riconciliazione in quella cara terra e nel mondo intero. Maria, Regina della Pace, prega per noi».

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