28 Novembre 2012

Ravasi, Sartre e il Natale di Gesù

Ravasi, Sartre e il Natale di Gesù
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Sull’Osservatore Romano del 21 novembre, il cardinale Gianfranco Ravasi ha scritto una recensione del libro di Papa Ratzinger sull’infanzia di Gesù. Nel concludere l’articolo, il porporato rammenta un’altra opera sulla nascita di Gesù, scritta da Jean-Paul Sartre nel Natale del 1940, su sollecitazione di alcuni cristiani detenuti, come lui, nel carcere nazista. Era la prima opera teatrale del noto scrittore francese. Scrive il presule: «In quel testo, a un certo punto, entrava in scena Maria, che aveva appena dato alla luce il Bambino Gesù, e come ogni madre si era messa a contemplarlo con tenerezza, consapevole dell’unicità della sua esperienza. Ecco alcune righe veramente sorprendenti di quest’opera composta da un autore di netta caratura “gentile”: “Cristo è suo figlio, carne della sua carne e frutto delle sue viscere. Ella lo ha portato per nove mesi e gli darà il seno e il suo seno diventerà il sangue di Dio (…). Ella sente insieme che Cristo è suo figlio, il suo piccolo, e che egli è Dio. Ella lo guarda e pensa: “Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. Egli è fatto di me, ha i miei occhi e questa forma della sua bocca è la forma della mia. Egli mi assomiglia. È Dio e mi assomiglia!”. Nessuna donna ha avuto in questo modo il suo Dio per lei sola. Un Dio piccolissimo che si può prendere tra le braccia e coprire di baci, un Dio tutto caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e che vive».

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