2 Agosto 2012

«Davvero?». Un ricordo di Guido Morselli

di Fabio Pierangeli
«Davvero?». Un ricordo di Guido Morselli
Tempo di lettura: 3 minuti

Cento anni orsono nasceva Guido Morselli, a Bologna. Vivrà, con l’esclusione di alcuni viaggi, nei pressi di Varese, fino alla morte suicida, nel 1973. Ha scritto saggi, articoli di giornale, opere teatrali (tuttora inedite) e otto romanzi, tutti usciti postumi per Adelphi. Ricordo Dramma borghese, Il comunista, Roma senza papa, Contro-passato prossimo, Dissipatio H.G, dagli argomenti sempre diversi in una notevole capacità camaleontica e mimetica. La rivista Studium, in uscita a settembre, lo ricorda con una parte monografica, in particolare dedicata alla sofferta visione religiosa, con una immensa devozione per la carità di Gesù, ma altrettanto scandalo per il Dio che permette il male. Tiziana Mainoli, in uno splendido articolo, riporta una toccante testimonianza della sorella del medico curante, in cui lo scrittore viene impressionato dal miracolo del dono di una fede semplice quanto “bella”, umanamente ragionevole. Ne riportiamo un passaggio.

 

Durante quell’incontro, la signorina mi rivelò alcuni episodi riguardanti lo scrittore (Guido Morselli) che, di tanto in tanto, frequentava la loro casa: con lei in particolare, trattava argomenti spirituali e condivideva esperienze collegate alla sofferenza e alla ricerca di fede. Questi argomenti suscitavano in lui un forte interessamento e, in alcuni casi, una sorta di venerazione per chi proprio della fede aveva fatto il motivo di vita.

Morselli era affascinato, soprattutto, dall’incrollabile fiducia che la signorina riponeva nell’immenso potere d’aiuto e di intervento della Vergine Maria, che richiamava alla sua memoria l’immagine della mamma perduta in tenera età. La signorina Franca dipingeva la Madonna come madre benevola che tutto può e che nulla potrebbe negare ai suoi figli che, umilmente e con fede, ricorrono a lei. La signorina ricordava come, a questo proposito, il“signor Guido”spesso esclamasse, stupito come un bambino: “davvero?”.  

«Davvero?». Un ricordo di Guido MorselliLa signorina parlava molto volentieri del “signor Guido” e in tutto il suo parlare non faceva che mettere in risalto la particolare sensibilità dello scrittore per i sofferenti e la fede. In lui, assicurava Franca Papa, la fede religiosa era solo assopita, ma in tale “sospensione” palpitava il desiderio di un risveglio.

Quando tornai da Reggio Emilia, mi raccontò la signorina, chiesi al Signor Morselli se avrebbe voluto scrivere per me un articolo sulla mia recente esperienza e lui acconsentì. Il fatto straordinario fu che, dopo avergli spiegato solo tre punti in particolare: l’accompagnamento dei malati, gli esercizi spirituali e il rientro nel mondo come apostolato, lui immediatamente captò oltre l’immaginabile e disse: “Mi lasci concentrare”. Gli diedi un foglio, lui lo piegò in due, come di solito faceva, da un lato la bozza e dall’altro l’originale. Finì di scrivere in pochissimo tempo e mi disse: “Ma io ho scritto o ho avuto una dettatura? Perché mi sembra di essere come san Luca quando ha avuto dall’angelo la dettatura del Vangelo”. Bene, Signor Morselli, lo farò pubblicare, disse la signorina Franca. “Non riuscirà perché nessuno dei miei scritti può, non metta la mia firma!”. Oggi si potrebbe parlare di mancanza di autostima, di un giudice interno che per qualche remoto motivo aveva demolito in lui la speranza di piacere. Invece l’articolo fu pubblicato su molti giornali, anche esteri. Io feci come faccio anche oggi, aggiunse la signorina Franca, quando c’è qualcosa di importante da fare, non sono io che agisco, bensì è “lei” che lavora. Misi l’articolo sotto la Madonna, come si usava a Reggio Emilia, e poi il giorno dopo gli articoli tradotti trovavano chi li portava via… Parigi, Londra…

 

 

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