7 Aprile 2016

Moro e Piazza Fontana

Moro e Piazza Fontana
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Memoriale Moro, cenni tratti da uno dei brani che lo statista democristiano scrisse sulla sulla strage di Piazza Fontana.

[…] Proprio sul finire della seduta mattutina ci venne tra le mani il terribile comunicato di agenzia, il quale ci dette la sensazione che qualche cosa di inaudita gravità stesse maturando nel nostro Paese. Le telefonate, intrecciatesi tra Parigi e Roma nelle ore  successive, non potettero darci nessun chiarimento, ma solo la sensazione che qualche cosa, almeno al momento, di oscuro e d’imprevedibile, si fosse messo in moto.

Mi confermò in questa angosciosa convinzione il fatto che il mio vecchio amico Dott. Tullio Ancora, allora alto funzionario della Camera dei Deputati e da tempo mio normale organo d’informazione e di collegamento con il Partito Comunista, mi telefonò in ambasciata a Parigi, per dire con qualche circonlocuzione che non ci si vedeva chiaro e che i suoi amici (comunisti) consigliavano qualche accorgimento sull’ora di partenza, sul percorso, sull’arrivo e sul trasferimento di ritorno.

[…] Io […], personalmente ed intuitivamente, non ebbi mai dubbi e continuai a ritenere (e manifestare) almeno come solida ipotesi che questi ed altri fatti che si andavano sgranando fossero di chiara matrice di destra ed avessero l’obiettivo di scatenare un’offensiva di terrore índiscriminato (tale è proprio la caratteristica della reazione di destra), allo scopo di bloccare certi sviluppi politici che si erano fatti evidenti a partire dall’autunno caldo e di ricondurre le cose, attraverso il morso della paura, ad una gestione moderata del potere.

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