30 Settembre 2013

Papa Luciani e la forza dell'amore

Papa Luciani e la forza dell'amore
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Nella notte tra il 28 e il 29 settembre del ’78 si spegneva Papa Luciani. Soli 33 giorni di pontificato per il Papa del sorriso che aveva suscitato stupore e speranza nella Chiesa e nel mondo.

Dopo il suo ultimo Angelus recitato con i pellegrini accorsi a San Pietro – era il 24 settembre – ebbe a parlare della violenza della società contemporanea, spiegando che questa si poteva contrastare solo con l’amore. Un amore che poteva trasmettersi per «contagio», da persona a persona. E per spiegare la forza dell’amore fece un esempio, prendendo spunto da quanto narrato nei Dialoghi delle Carmelitane, opera postuma di Georges Bernanos, all’epoca alquanto conosciuta, dal momento che, come spiegava Luciani: «Sul teatro è andata. È stata messa in musica e poi proiettata sugli schermi di tutto il mondo».

Il Papa sintetizzava a suo modo il contenuto dell’opera, che narra un fatto realmente accaduto: il martirio di sedici carmelitane avvenuto nel maggio del 1794, durante il Terrore, uccise per aver rifiutato di rinnegare i voti. Questa la sintesi di Luciani:

«Durante il processo si sentì la condanna: “a morte per fanatismo”. E una nella sua semplicità ha chiesto: “Signor Giudice, per piacere, cosa vuol dire fanatismo?”, e il giudice: “è la vostra sciocca appartenenza alla religione”. “Oh, sorelle!, ha detto allora la suora, avete sentito, ci condannano per il nostro attaccamento alla fede. Che felicità morire per Gesù Cristo!”. Sono state fatte uscire dalla prigione della Conciergerie, le hanno fatte montare sulla fatale carretta, durante la strada han cantato inni religiosi; arrivate al palco della ghigliottina, una dopo l’altra si sono inginocchiate davanti alla Priora e hanno rinnovato il voto di obbedienza. Poi hanno intonato il Veni Creator; il canto, però, si è reso via via sempre più debole, man mano che le teste delle povere suore, ad una ad una, cadevano sotto la ghigliottina. Rimase ultima la Priora, Suor Teresa di S. Agostino; e le sue ultime parole furono queste: “L’amore sarà sempre vittorioso, l’amore può tutto”. Ecco la parola giusta, non la violenza può tutto, ma l’amore può tutto.

Domandiamo al Signore la grazia che una nuova ondata di amore verso il prossimo pervada questo povero mondo».

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