3 Dicembre 2012

Yaugine e Fodé, destinazione Europa

Yaugine e Fodé, destinazione Europa
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Il 29 luglio del 1999 i giornali riportano la notizia della scoperta di due bambini africani, Yaguine Koita e Fodé Tounkara, morti, probabilmente assiderati, ritrovati nascosti nel carrello di un aereo che, partito da Conackry, capitale della Guinea, è atterrato a Bruxelles. Notizia breve: si tratta solo di altre due vittime della grande ondata migratoria africana, nulla più.

Questo fatto di cronaca è lo spunto da cui parte il regista Paolo Bianchini per realizzare il suo ultimo film, Il sole dentro. Il regista ricostruisce quel viaggio lontano, intrecciando quella storia reale con un’altra storia, stavolta frutto della sua fantasia: quella di due bambini in fuga dall’Italia. Il primo è un ragazzino africano portato in Italia come possibile talento del gioco del calcio, e poi scaricato su una strada senza tanti  problemi. L’altro è il suo amico barese, orfano, che lo segue per amicizia e solitudine. Insieme vanno alla ricerca del Paese natale del piccolo africano, a ritrovare, insieme, una famiglia perduta. Un viaggio nel cuore del Continente dimenticato, consumato dalla povertà, dalle malattie a dalle guerre, ed estenuato dalla migrazione disperata dei sui figli.

Un film bello, del quale faccio solo breve cenno alla trama, per non rovinarne la visione. Ma quel che importa, in questa sede, è rimarcare uno dei grandi meriti di questo film: quello di aver portato alla luce il vero motivo dell’impossibile viaggio di Yaguine e Fodé: recapitare una lettera alle “loro eccellenze i signori membri e responsabili dell’Europa” per chiedere loro di aiutare l’Africa. Una missiva ritrovata dai tecnici addetti dell’aeroporto di Bruxelles al momento del rinvenimento dei corpi dei due bambini. E mai recapitata ai destinatari, che poi saremmo noi.

L’ha ritrovata in Africa il regista Bianchini. Custodita dai genitori dei due. Una missiva bambina, un grido di dolore e insieme di speranza, che certo meritava più attenzione. In poche, commoventi, righe, quei bambini avevano sintetizzato tutta la tragedia che attanaglia l’Africa. Ma tant’è.

Non siamo certo responsabili dell’Europa, ma, membri in qualche modo, sì (la lettera si riferisce probabilmente agli Stati membri). Così, attraverso il nostro sito, è con gratitudine che ricordiamo quei due fanciulli, molto più eccellenze di noi, membri e responsabili d’Europa, riproponendo la loro missiva. La lettera di Yaugine e Fodé, che nel luglio del 1999 hanno preso un areo diretto in Paradiso.

 

 

Loro eccellenze i signori membri e responsabili dell’Europa. Abbiamo l’onorevole piacere e la grande fiducia di scrivervi questa lettera per parlarvi dello scopo del nostro viaggio e della sofferenza di noi bambini e giovani dell’Africa. Ma prima di tutto, vi presentiamo i nostri saluti più squisiti, adorabili e rispettosi. A tale fine, siate il nostro sostegno e il nostro aiuto, siatelo per noi in Africa, voi ai quali bisogna chiedere soccorso: ve ne supplichiamo per l’amore del vostro bel continente, per il vostro sentimento verso i vostri popoli, le vostre famiglie e soprattutto per l’amore per i vostri figli che voi amate come la vita. Inoltre per l’amore e la benevolenza del nostro creatore “Dio” onnipotente che vi ha dato tutte le buone esperienze, la ricchezza e il potere per costruire e organizzare bene il vostro continente e farlo diventare il più bello e ammirevole tra gli altri. Signori membri e responsabili dell’Europa, è alla vostra solidarietà e alla vostra gentilezza che noi gridiamo aiuto in Africa. Aiutateci, soffriamo enormemente in Africa, aiutateci, abbiamo dei problemi e i bambini non hanno diritti. Al livello dei problemi, abbiamo: la guerra, la malattia, il cibo, eccetera. Quanto ai diritti dei bambini, in Africa, e soprattutto in Guinea, abbiamo molte scuole ma una grande mancanza di istruzione e d’insegnamento, salvo nelle scuole private dove si può avere una buona istruzione e un buon insegnamento, ma ci vogliono molti soldi, e i nostri genitori sono poveri, in media ci danno da mangiare. E poi non abbiamo scuole di sport come il calcio, il basket, il tennis, eccetera. Dunque in questo caso noi africani, e soprattutto noi bambini e giovani africani, vi chiediamo di fare una grande organizzazione utile per l’Africa perché progredisca. Dunque se vedete che ci sacrifichiamo e rischiamo la vita, è perché soffriamo troppo in Africa e abbiamo bisogno di voi per lottare contro la povertà e mettere fine alla guerra in Africa. Ciò nonostante noi vogliamo studiare, e noi vi chiediamo di aiutarci a studiare per essere come voi in Africa. Infine: vi supplichiamo di scusarci moltissimo di avere osato scrivervi questa lettera in quanto voi siete degli adulti a cui noi dobbiamo molto rispetto. E non dimenticate che è con voi che noi dobbiamo lamentare la debolezza della nostra forza in Africa. Scritto da due bambini guineani. Yaguine Koïta e Fodé Tounkara.

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