9 Giugno 2023

Aprile 2022: quando gli ucraini allagarono un loro villaggio

Demydiv nella foto del New York Times. Aprile 2022: quando gli ucraini allagarono un loro villaggio
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“L’Ucraina ha fatto fuoriuscire l’acqua da una diga di una centrale idroelettrica per bloccare l’avanzata dei militari russi, allagando il villaggio di Demydiv”. Questa la didascalia di una foto che illustra un articolo del New York Times del 27 aprile 2022 dal titolo: “Hanno allagato un loro villaggio e hanno tenuto a bada i russi”.

Questo l’incipit dell’articolo: “Le acque che si sono riversate a Demydiv è uno dei tanti casi in cui l’Ucraina ha devastato il proprio territorio per rallentare l’avanzata russa. I residenti non potrebbero essere più felici”.

Si era all’inizio dell’invasione e gli strateghi ucraini presero questa decisione per contrastare l’avanzata delle forze russe. “Intorno a Demydiv, – continua il NYT – un villaggio a nord di Kiev, i residenti sono alle prese con la grave alluvione, che in circostanze normali sarebbe stata l’ennesima disgrazia […]”.

L’inondazione del villaggio, una vittoria tattica

Questa volta, però, è stata una vittoria tattica. Gli ucraini hanno allagato intenzionalmente il villaggio, insieme a una vasta distesa di campi e paludi all’intorno, creando un pantano che ha sventato un assalto di carri armati russi diretti a Kiev e ha fatto guadagnare tempo prezioso all’esercito per preparare le difese”.

“I residenti di Demydiv ne hanno pagato il prezzo, dal momento che una massa di acqua verde e fredda ha inghiottito molte delle loro case. Ma non potrebbero essere più contenti […] Demydiv è stata allagata quando l’esercito ha aperto una diga che si trova nei pressi, inondando le campagne”.

Quanto avvenuto allora dice che se gli ucraini (e gli strateghi Nato che li guidano) avessero reputato utile a fini tattici inondare la regione di Kherson, probabilmente l’avrebbero fatto.

Ciò si collega a quanto rivelato dal generale Andriy Kovalchuk al Washington Post lo scorso dicembre, al quale spiegò come le forze ucraine colpirono più volte con dei vettori sparati da lanciamissili HIMARS la diga di Nova Kakhovka, aprendo tre squarci nell’infrastruttura.

L’intento era quello di abbattere la diga per inondare l’area e tagliare i rifornimenti e la via di fuga ai russi che si trovavano dall’altra parte del Dniepr, piano poi abbandonato perché i nemici abbandonarono le loro posizioni ritirandosi sulla riva opposta del fiume.

Due rivelazioni che confortano l’idea che a colpire la diga di Nova Kakhovka e a  causare la disastrosa inondazione siano stati gli ucraini.

Nova Kakhovka, la querelle degli HIMARS

In una nota precedente, peraltro, avevamo osservato come sarebbe facile scoprire il colpevole: basterebbe che gli americani rendessero di pubblico dominio le immagini della distruzione della diga, che i loro satelliti hanno certamente catturato.

Il Washington Post dell’8 giugno, ad esempio, ha mostrato immagini satellitari molto accurate del disastro, prima e dopo l’accaduto, riprese “dai satelliti della Maxar Technologies” che battono tutto il territorio ucraino, con particolare riguardo, si presume, per il fronte, dal momento che devono dare supporto alle forze ucraine. I filmati in questione sarebbero la pistola fumante che inchioderebbe i russi, eppure…

D’altronde occorre anche tenere presente che, come recitava Business Insider del 5 agosto scorso, non solo gli Stati Uniti forniscono agli ucraini informazioni sugli obiettivi degli HIMARS, ma hanno anche diritto di veto sugli stessi, come ha affermato il portavoce del Pentagono.

Se vero quanto dichiarano i russi, cioè che la diga è stata colpita con missili HIMARS – peraltro, gli stessi missili utilizzati nel precedente “test di successo” (sic) vantato dal generale Kovalchuk al WP – è più che probabile che l’iniziativa ucraina abbia goduto di un placet Nato. Questo spiegherebbe ancor più le remore Usa a rilasciare i filmati del crimine.

Da ultimo ci sia permesso di rilevare che l’enfasi del cronista del NYT nel riferire l’entusiasmo dei cittadini di Demydiv nel vedere le loro case devastate dall’inondazione appare indicativa della patologia che affligge l’informazione sulla guerra ucraina. Certo, gli sventurati potrebbero aver accolto la decisione come un male necessario, ma addirittura “felici”, “non potrebbero essere più contenti”…

Un tempo il surrealismo era appannaggio della produzione artistica e produceva capolavori. A quanto pare è tracimato nell’informazione. E produce mostri.