I fondi all'Ucraina, escalation della follia
Il partito della guerra americano, che abbraccia democratici e parte dei repubblicani, vince il braccio di ferro contro la pattuglia dei repubblicani avversi a fornire altri aiuti all’Ucraina. La legge destina 52 miliardi di dollari al complesso militar industriale Usa e al Pentagono e 8 miliardi direttamente a Kiev per pagare stipendi e altro, ma 10 sono di prestiti, che l’Ucraina non potrà mai restituire (la trappola del debito usuale per le colonie).
Una nuova dose di droga per la tossica macchina da guerra americana che ha inebriato Zelensky, il quale ha rilanciato le sue stupefacenti narrazioni sulla vittoria, e i tanti corifei delle guerre infinite.
Su quest’ultimo punto è di interesse l’articolo di Matthew Blackburn, pubblicato su Responsibile Statecraft, che riferisce di come l’Institute of Study of war ha commentato questa svolta.
L’ISW, annota il cronista, “è stato uno dei think tank più citati nei media mainstream relativamente alla guerra ucraina e ha svolto un ruolo di primo piano nel creare e sostenere l’ottimismo” sulle sorti del conflitto. “I suoi report quotidiani sul campo di battaglia hanno ripetutamente messo in risalto le vittorie ucraine e sottolineato i fallimenti e le perdite russe, riproducendo quasi sempre acriticamente la versione di Kiev”.
Il think tank delle guerre infinite
“Tali resoconti non sorprendono se consideriamo la natura dell’ISW come think tank. Finanziato da importanti aziende del complesso industriale militare americano come General Dynamics, DynCorps International e CACI International, l’ISW è anche una creazione del ‘complesso industriale Kagan’. È stata fondata da Kimberly Kagan, la moglie dello storico, esperto in tematiche militari, Frederick Kagan, che a sua volta è il fratello di Robert Kagan, co-fondatore del famigerato think tank neoconservatore Project for a New American Century. Sarebbe negligente non menzionare che Robert Kagan è sposato nientemeno che con Victoria Nuland, che fino a poco tempo fa era a capo della politica del Dipartimento di Stato americano sull’Ucraina e dell’Europa [la levatrice di Maidan ndr.].
“Data la tendenza ideologica aggressiva e neoconservatrice della leadership dell’ISW, non ci si aspetta che la loro posizione sulla guerra in Ucraina cambi, anche alla luce dei nuovi sviluppi. Tuttavia, il suo recente report, ‘Negare l’unica strategia di successo della Russia‘, rappresenta un notevole rilancio. Non solo presenta il recente deterioramento delle prospettive militari dell’Ucraina come una campagna di disinformazione del Cremlino, ma è anche un manifesto per l’escalation militare”.
Invece di prendere in esame i fallimenti dell’Occidente o fare una qualsiasi concessione alle capacità russe, l’ISW derubrica quanto sta avvenendo in Ucraina a un mero successo del Cremlino nel condizionare l’Occidente sulla inevitabile vittoria russa. Un rilievo senza alcun fondamento, scrive Blackburn, ma utile ad affermare che le maggiori risorse occidentali porteranno sicuramente a sconfiggere il nemico. Basta fare solo far “chiarezza strategica” e il gioco è fatto.
Nessun approfondimento su come si possa davvero ribaltare la situazione, tanto che il cronista commenta spiegando che il report è in linea con “le analisi militari poco lucide fatte dai think tank neoconservatori al tempo delle invasioni statunitensi dell’Afghanistan e dell’Iraq”.
Non flectar
Quella dell’ISW è una classica operazione propagandistica, volta ad alimentare una narrativa di guerra che rigetta “le richieste di pace come ‘resa’ a Putin” e le preoccupazioni per i rischi di un conflitto tra grandi potenze come vacue, ché anzi necessita “intensificare l’escalation”.
Un’escalation che si articola su tre livelli. Anzitutto, non devono più esistere “santuari” intoccabili, anzi occorre dare all’Ucraina “carta bianca nell’attaccare obiettivi all’interno della Federazione Russa”.
In secondo luogo, si chiede “alla NATO di intraprendere nuove forme di guerra asimmetrica per cogliere la Russia alla sprovvista e compensare in qualche modo il suo dominio incrementale sul fronte”.
“Infine, il report invita vagamente l’Occidente a ‘prendere di mira le capacità della Russia a livello globale’, il che sembra sostenere lo spionaggio, la guerra politica ed economica, forse anche il terrorismo. In sintesi, il rapporto sostiene di far saltare in aria vari obiettivi collegati alla Russia, nella speranza che ciò faccia deragliare la loro offensiva estiva”.
“L’ISW ha lanciato un chiaro appello all’Occidente affinché alzi senza timore la posta contro la Russia. Leggendo [il report], si ricorda la forte influenza che l’ISW ha avuto finora nel plasmare la percezione della guerra in Ucraina”.
Ucraina, l’escalation alle porte
“Ciò che colpisce – scrive il cronista – è il modo in cui tale gruppo si è rivelato un agente cruciale non nel fornire report militari oggettivi e certi, ma nel condurre una guerra dell’informazione. Si potrebbe anche dire che l’ISW ‘inonda il discorso occidentale’ per condizionare l’opinione pubblica statunitense [e delle colonie ndr.] a ‘concludere liberamente’ che è necessaria un’escalation contro la Russia”.
“[…] Mentre si profila una debacle per l’alleanza occidentale in Ucraina, l’Istituto per lo studio della guerra offre un piano B volto all’escalation per risolvere la situazione”. Purtroppo, “c’è da aspettarsi che le loro tesi siano ascoltate […]. Si spera solo che le repliche sulla moderazione possano essere espresse senza essere tacciate di essere parte della tattica propagandistica del Cremlino”.
Detto questo, sia Bloomberg che il Financial Times dubitano che la nuova dose di droga ribalterà le sorti della guerra. Ma la febbre dell’escalation ha già preso piede. Il Pentagono ha annunciato che potrebbe inviare consiglieri militari (in Vietnam non consigliavano soltanto e precedettero l’invio di truppe). Il presidente polacco Andrzej Duda ha dato la disponibilità del suo Paese a ospitare testate nucleari e, infine, potrebbero arrivare a Kiev missili ATACMS dalla gittata di 300 km…
Escalation anche sul piano economico, con gli Usa che hanno votato una norma per stornare all’Ucraina i profitti dei beni russi congelati in Occidente. Infine, tra le tante follie che circolano in questo ambito bellicista, segnaliamo la proposta di affondare le petroliere russe, con conseguente rialzo catastrofico del prezzo del petrolio globale (queste pazzie hanno il vizio di prendere piede).
Come un giocatore d’azzardo, avendo perso, l’Occidente rilancia forte, anzi tutta la posta, che è poi la sopravvivenza del mondo come lo conosciamo. Non solo un’escalation bellica, ma anche un’escalation di follia.