India-Pakistan: venti di guerra, potenzialmente termonucleare

Altissima tensione tra India e Pakistan dopo l’attacco terroristico del 22 aprile, quando ignoti aggressori si sono infiltrati nella valle di Pahalgam, nel Kashmir, uccidendo 26 turisti indiani.
La crisi del Kashmir e Modi
L’attacco sembra sia stato rivendicato dal Resistance Front, organizzazione che Nuova Dehli considera terrorista e che sostiene l’indipendenza di Jammu e Kashmir, regioni indiane al confine col Pakistan a maggioranza islamica, che da tempo danno problemi in tal senso al governo centrale.
Tanto che Narendra Modi nel 2019 ha deciso di tagliare il nodo gordiano con la spada, annullando l’autonomia di cui godevano tali regioni e inasprendo la repressione contro i movimenti autonomisti/ separatisti locali, tanti dei quali hanno la loro base operativa oltreconfine, in Pakistan, appunto.
Tra i due Paesi non corre buon sangue: l’India accusa il Pakistan di sostenere i movimenti indipendentisti, mentre il Pakistan accusa l’India di opprimere i popoli che vivono in Jemmu e Kashmir, che considerano fratelli in quanto islamici, come la popolazione pakistana.
Ma torniamo alla cronaca, che ha visto un crescendo di escalation, con l’India che ha subito accusato il Pakistan di supportare i terroristi e preso misure di ritorsione, prima fra tutte la sospensione del Trattato delle acque dell’Indo, stipulato nel ’60, che stabilisce lo sfruttamento di quel corso d’acqua da parte delle due nazioni.
Una decisione di grande impatto, dal momento che oltre l’80% dei terreni agricoli pakistani dipende dalle acque dell’Indo, così che la sospensione del Trattato minaccia seriamente il settore agricolo del Paese e la sua già precaria sicurezza alimentare, se non nel breve, nel medio periodo.
Tanto che il Pakistan ha reagito in maniera durissima, sospendendo di fatto le relazioni tra i due Paesi, con il leader del partito popolare pakistano che ha dichiarato: “L’Indo è nostro e rimarrà nostro: o scorrerà la nostra acqua, o scorrerà il loro sangue”. Il PPP è uno dei principali partiti del Paese, ma non è di per sé espressione del governo, dal momento che la nazione è di fatto governata dai militari. Ma la dichiarazione rende l’idea dell’escalation in atto…
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