17 Novembre 2015

Le vittime islamiche dello jihadismo

Le vittime islamiche dello jihadismo
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Iraq, 15 agosto 2007: 4 attentati nei pressi di Mosul. Oltre 200 morti e altrettanti feriti

«Bastardi islamici» è stato il controverso titolo che un noto giornale italiano ha scelto per dar notizia delle stragi parigine. Una generalizzazione non solo frutto della “barbarie” in cui è decaduto certo giornalismo, ma anche dell’ignoranza (a meno di non pensare alla malafede). Per colmare certe evidenti lacune di informazione basta scorrere un articolo di Giordano Stabile sulla Stampa del 17 novembre, che riporta le lamentele degli islamici, i quali ripetono: «Le prime vittime del terrorismo siamo noi».

 

Così Stabile: «I numeri danno loro ragione. I morti islamici per mano di islamisti, soltanto nel 2015, sono oltre ventitremila. I morti in Europa in attacchi jihadisti sono 148 (Parigi, Copenaghen, Parigi). Più i 224 russi uccisi sul Sinai nell’attentato al volo da Sharm el Sheikh a San Pietroburgo e i turisti occidentali al museo del Bardo di Tunisi (21) e sulla spiaggia di Sousse (38). Centinaia di vittime che strappano il cuore. Ma dall’altra parte ce ne sono decine di migliaia (24.517 nel 2014 nei Paesi a maggioranza islamica, secondo il Gtd) che passano e scompaiono rapidamente dal flusso di notizie sui media occidentali» (Ventimila vittime fra i musulmani “Ci siamo anche noi”).

 

Nota a margine. La matematica non è un’opinione. Ma c’è chi tenta di farla passare per tale. Anzi per opinione pubblica.

 

Alle vittime causate da attentati di marca jihadista, tra l’altro, andrebbero aggiunte quelle causate dallo jihadismo in Siria e in Iraq: vittime di guerra, ma a causa dello stesso mostro. 

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