14 Luglio 2015

Lo strano filmato del video made in Isis

Lo strano filmato del  video made in Isis
Tempo di lettura: 3 minuti

C’è un video che sta facendo rumore e che circola da alcuni giorni sul web. Un filmato che i ciberberkut, degli haker russi usi a far rivelazioni imbarazzanti, dicono di aver preso da un dispositivo sottratto a un membro dello staff del senatore John McCain mentre questi si trovava in Ucraina. Un video davvero curioso: è il filmato relativo alla ripresa cinematografica di uno dei tanti video propagandistici dell’Isis, in particolare sembrerebbe, il condizionale è d’obbligo, quello relativo alla decapitazione del giornalista americano Steven Sotloff, assassinato poco dopo l’altro reporter Usa, James Foley (morti che contrassegnarono l’inizio della saga del Califfato).

 

Nel video diffuso dai ciberberkut si vedono le riprese dell’esecuzione, girate in uno studio cinematografico, con le macchine da presa e le luci messe nella giusta posizione. Gli attori, il boia del Califfato e la sua “vittima” si trovano in un set ben costruito: il fondale è quello anonimo dei primi video Isis, ottenuto con un telo alzato alle spalle degli attori, mentre il terreno desertico è sparso sul pavimento dello studio con effetto realistico. Ad animare la scena un ventilatore laterale, quello usato nei film per creare il vento artificiale, che agita i vestiti dei protagonisti. Ovviamente anche la “vittima” è un attore (sia che si tratti del vero Sotloff – incredibile… – sia che si tratti di un suo sosia), come si nota dal suo tranquillo gesticolare e prepararsi durante le riprese.

 

Da notare che la posizione delle due telecamere di scena corrisponde alle due inquadrature usate nel video originale, anche se in quest’ultimo c’è il campo lungo sul deserto che non si vede nel filmato dei ciberberkut (particolare che però potrebbe essere riprodotto con banali effetti speciali, alla portata di tutti i registi).

In un comunicato rivolto al senatore, i ciberberkut scrivono: «Caro senatore McCain La prossima volta che viaggia all’estero, soprattutto in Ucraina, le raccomandiamo di non portarsi documenti riservati!».

 

Ora è vero che il senatore Mc Cain ha avuto contatti stretti con i ribelli siriani, molti dei quali sono entrati nelle fila dell’Isis e di al Nusra, e con loro è stato ritratto (fotografie che hanno messo in imbarazzo il senatore perché qualcuno vi ha voluto ravvisare la somiglianza delle persone immortalate con il portavoce dell’Isis Abu Musa e con lo stesso leader del Califfato Al Baghdadi), ma da qui a girare il mondo con un video tanto imbarazzante di strada ce ne corre…

 

Uno scherzo di cattivo gusto dei cyberberkut? Propaganda russa? Un segnale a quanti coltivano rapporti ambigui con le diverse Agenzie del terrore? Una messa in scena? Lasciamo all’opinione dei lettori.

Ci limitiamo a prendere atto che il filmato fatto circolare dai ciberberkut è fatto davvero bene. E a ricordare, ne avevamo scritto, come tanti e autorevoli analisti avevano mosso dei dubbi circa l’autenticità di quelle decapitazioni (al contrario delle esecuzioni dei poveri siriani, quelle non lasciano spazio ad alcun dubbio). Tanto che l’unica spiegazione plausibile alle tante dissonanze di quei filmati made in Isis era risultata quella di una reiterazione delle riprese.

 

Nota a margine. Al di là della veridicità del video, val la pena accennare, me lo diceva un amico, che i video targati Isis non hanno nulla di arabo, a parte la musichetta straniante usata come colonna sonora. Non sono solo video di fattura occidentale, ma anche le modalità di incutere paura sono occidentali. Un arabo farebbe magari vedere un cavaliere nero che in sella al suo cavallo galoppa verso la sua vittima per poi decapitarla o altro. Le scene dei video dell’Isis invece potrebbero benissimo essere inserite in qualche film dell’orrore occidentale. 

 

Degli horror concepiti per far paura agli occidentali, non agli arabi. Un islamico ad esempio, avrebbe molto più terrore se la vittima fosse fatta a pezzi, dato che l’integrità del corpo è necessaria per arrivare in Paradiso (per questo motivo i fondamentalisti algerini facevano scempio delle loro vittime) o altro e più specifico. Horror ad uso e consumo dell’Occidente, insomma, funzionali a disegni (più o meno) misteriosi.

 

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