10 Luglio 2020

Kanye West: la variabile rap nelle presidenziali Usa

Kanye West: la variabile rap nelle presidenziali Usa
Tempo di lettura: 3 minuti

Il rapper Kanye West mette un pizzico di vivacità nella corsa per le presidenziali Usa, finora ingessate in uno scontro al calor bianco, e nero, tra Trump e i suoi oppositori.

Il miliardario di colore ha infatti annunciato che si candiderà alla Casa Bianca da indipendente, confermando l’annuncio in una lunga intervista a Forbes, nella quale ha delineato il suo improbabile programma elettorale, con picchi comici in linea con la miseria della lotta politica americana (e non solo).

Boutade o realtà?

Nulla importando il programma del suo “partito del compleanno”, tale il nome del suo eventuale movimento politico (“se vinco è il compleanno di tutti”, ha spiegato…), val la pena capire come nasce la candidatura e a chi giova.

Due domande che hanno un’unica e facile risposta: probabile sia un’idea di Elon Mask, imprenditore geniale che sostiene Trump (subendo le conseguenze del caso), data l’intelligenza politica dell’operazione che mira a togliere a Biden parte dei voti degli afroamericani sui quali il candidato dem conta molto.

Peraltro è lo stesso West a rivelare che Mask lo sta aiutando, da cui la banale deduzione. Il rapper in passato ha sostenuto apertamente Trump, così che il passo è parso sospetto a tutti, anche se ovviamente deve dire che corre per vincere (peraltro può giovarsi dei follower della sua sposa, l’influencer globale Kim Kardashian),

Trump, da parte sua, lo ha elogiato pubblicamente, affermando che in ogni caso West “sarà sempre con noi“. Così che il tutto è quasi esplicito, al contrario delle operazioni segrete condotte nelle primarie democratiche con le candidature anti-Sanders, che gli hanno tolto la nomination e la Casa Bianca (avrebbe vinto quasi sicuramente…).

West si è dato ancora 30 giorni per decidere se formalizzare la candidatura. Giorni durante i quali si scaverà in vari archivi segreti per cercare una pecca che lo elimini subito dal gioco e dovrà subire qualche colpo sotto la cintola (il primo è già arrivato).

Gli serviranno anche a sondare il terreno con sondaggi riservati, che certo non mancheranno. Giorni di verifica dunque, che potrebbero far svaporare l’ipotesi.

Il candidato inesistente

Se invece sarà candidatura, può portare serie difficoltà a Joe Biden. Non solo per la sottrazione di voti, ma anche per altro e più insidioso.

Biden, come il cavaliere di Calvino, è un candidato inesistente. I democratici sono consapevoli della sua debolezza, così non lo espongono, lasciando solo trapelare, di tanto in tanto, alcune idee sul suo futuro presidenziale, aleatorie come il candidato.

Strategia fine: gli antagonisti di Trump puntano a trasformare le elezioni del 2020 in un referendum sul presidente, potendo contare sulla potenza di fuoco dei media e dei social, quasi tutti intruppati nella campagna anti-Trump. E sulle varie criticità che il presidente si trova ad affrontare con alterna lucidità.

Da qui la possibilità che Biden possa evitare, anche grazie all’aiutino del Covid, i confronti diretti col suo avversario, nei quali rischia di rimanere incenerito.

Ma se corresse anche West, Trump potrebbe avere egualmente i suoi confronti diretti, tribune che lo esalterebbero e che, allo stesso tempo, darebbero maggiore visibilità al suo nemico-alleato rapper.

Peraltro c’è anche chi ventila la possibilità che West possa finire col correre come vicepresidente di Trump. Spariglio simpatico, ma ad oggi arduo.

L’attuale vice, Mike Pence, già riconfermato, porta in dote gli indispensabili voti degli evangelical e permette a Trump di tenere un filo di collegamento con quella destra del partito che non ha seguito l’alfiere neocon John Bolton nella sua battaglia contro Trump.

E però West si presenta anch’egli con l’etichetta cristiana: si dichiara cristiano rinato e i suoi testi sono zeppi di riferimenti sul tema, come anche l’intervista a Forbes. Insomma, ha un identikit simile a quello di Pence. Ciò rende l’impossibile leggermente meno impossibile.

Al di là della possibilità di realizzarsi, la boutade West resta comunque una mossa geniale. Da seguire.

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