8 Giugno 2023

Riaperti i giochi per un accordo nucleare Iran-USA

Impianti di arricchimento dell'uranio in Iran. Riaperti i giochi per un accordo nucleare Iran-USA
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“Nel tentativo di raggiungere un accordo sul nucleare, i contatti tra Stati Uniti e Iran hanno fatto grandi passi in avanti negli ultimi giorni. I funzionari della difesa israeliana affermano che i colloqui stanno procedendo più rapidamente del previsto, con la possibilità che le due parti raggiungano un accordo entro poche settimane”. Così Amos Harel su Haaretz.

I segnali dell’intesa dall’Oman all’AIEA

“Grazie all’intesa probabilmente l’Iran fermerà il processo di arricchimento dell’uranio […]. In cambio, il regime di Teheran si aspetta l’attenuazione delle sanzioni internazionali imposte dagli Stati Uniti. Nella prima fase, ciò comporterebbe lo sblocco di circa 20 miliardi di dollari – proventi di attività iraniane – dai conti bancari congelati al di fuori dell’Iran, nello specifico in Corea del Sud, Iraq e presso il Fondo monetario internazionale”.

In tal modo, Harel rende pubblico quanto si sta segretamente trattando in questi giorni, negoziati rispetto ai quali erano emersi alcuni indizi. Il primo è stata la visita ufficiale del sultano dell’Oman Haitham a Teheran di fine maggio, che diversi analisti hanno interpretato come foriera di novità per quanto riguarda l’accordo sul nucleare iraniano, che gli Stati Uniti hanno stracciato sotto la presidenza Trump (su pressione implacabile di Netanyahu e del Consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton). Ciò perché il sultano dell’Oman da tempo è un tramite semi-ufficiale tra Occidente e Iran.

Il secondo indizio riguarda un recente rapporto dell’Aiea, l’Agenzia per l’energia atomica, su alcune denunce mosse contro l’Iran, che avrebbero dovuto provare che Teheran aveva effettuato test nucleari e altro in tal senso. L’inchiesta condotta dall’Aiea aveva confutato seccamente le accuse, cosa che aveva suscitato le ire di Netanyahu, il più autorevole sponsor di tali denunce.

Le posizioni israeliane

Timesofisrael, riferendo l’esito dell’inchiesta dell’Aiea, aveva titolato: “Israele diffida dell’Aiea, nel timore che gli Stati Uniti stiano gettando le basi per un nuovo accordo con l’Iran”.

Probabile che, al solito, in Occidente vi sia chi vuole ripristinare l’accordo e chi rema contro, da cui l’esito incerto di tali sviluppi, ma i fatti indicano che qualcosa si sta muovendo, dopo che l’impegno dell’amministrazione Biden per ripristinare l’intesa si era bloccato, anche a motivo dell’estrema ambiguità e debolezza del presidente.

Di interesse la reazione israeliana a quanto sta avvenendo, dal momento che la posizione di Tel Aviv ha un peso quasi decisivo sulla questione, come peraltro si evidenziò al momento della rescissione dell’accordo da parte di Trump.

Sul punto, Harel riferisce la contrarietà dallo Stato israeliano ufficiale al raggiungimento di un accordo Iran-Stati Uniti. E, però, il cronista annota anche che “alcuni funzionari dell’establishment della difesa [israeliani ndr] affermano che l’accordo sarebbe lo scenario migliore – e il raggiungimento di tale intesa è preferibile alla continuazione del progresso sfrenato dell’Iran verso le armi nucleari”.

 

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