20 Settembre 2025

Si intensifica il genocidio di Gaza e, in parallelo, il sostegno Usa a Israele

di Davide Malacaria
Si intensifica il genocidio di Gaza e, in parallelo, il sostegno Usa a Israele
Tempo di lettura: 4 minuti

“Gaza City è avvolta dalle fiamme, mentre l’esercito israeliano lancia la sua offensiva di terra a lungo minacciata dopo settimane di bombardamenti incessanti. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, già sottoposto a un mandato di arresto internazionale per sospetto di crimini contro l’umanità, ha descritto quest’ultimo assalto come ‘un’operazione intensiva”. Vi esorto a guardare le immagini in streaming da Gaza e a capire cosa significa veramente questo eufemismo”. Inizia così una nota di Orly Noy, presidente del consiglio direttivo di B’Tselem (ong israeliana), pubblicata su +972 Magazine.

Israel is waging a holocaust in Gaza. Denazification is our only remedy

“Guardate negli occhi le persone in preda a un terrore senza paragoni persino nei momenti più bui di questo genocidio durato due anni”, prosegue la Noy. “Osservate le file di bambini coperti di cenere che giacciono sul pavimento intriso di sangue di quello che un tempo era un centro medico – alcuni a malapena vivi, altri che piangono di dolore e paura – mentre mani disperate cercano di confortarli o di curarli con le scorte mediche rimaste”.

“Ascoltate le urla delle famiglie in fuga senza un posto dove rifugiarsi. Osservate i genitori che perlustrano l’inferno alla ricerca dei loro figli; arti che sporgono da sotto le macerie; un paramedico che culla una bambina immobile, implorandola invano di aprire gli occhi”.

“Ciò che Israele sta facendo a Gaza City non è il tragico sottoprodotto di eventi caotici che avvengono sul campo di battaglia, ma un atto di annientamento ben calcolato, eseguito a sangue freddo ‘dall’esercito del popolo’, ovvero da padri, figli, fratelli e vicini di casa di noi israeliani”.

“Come è possibile che, nonostante le crescenti testimonianze dai campi di concentramento e di sterminio di Gaza, nessun movimento di massa per il rifiuto abbia preso piede in Israele? Che dopo due anni di questa carneficina solo una manciata di obiettori di coscienza si trovi in ​​prigione è davvero inconcepibile. Persino i cosiddetti ‘obiettori grigi’ – soldati di riserva che non si oppongono alla guerra per motivi ideologici, ma sono semplicemente esausti e ne mettono in discussione lo scopo – rimangono sempre troppo pochi per rallentare la macchina della morte, figuriamoci per fermarla”.

Israel’s latest vision for Gaza has a name: Concentration camp

“Chi sono queste anime obbedienti che mantengono in funzione questo sistema? Come può una società così profondamente frammentata – tra religiosi e laici, coloni e progressisti, kibbutznik e cittadini, immigrati veterani e nuovi arrivati ​​– unirsi solo nella volontà di massacrare i palestinesi senza un attimo di esitazione?”

“Negli ultimi 23 mesi, la società israeliana ha tessuto una rete infinita di menzogne ​​per giustificare e consentire la distruzione di Gaza, non solo al mondo, ma soprattutto a se stessa. La principale tra queste è l’affermazione che gli ostaggi possano essere liberati solo attraverso la pressione militare”.

“Eppure, coloro che eseguono gli ordini dell’esercito, scatenando la morte di massa su Gaza, lo fanno sapendo benissimo che potrebbero uccidere gli ostaggi nel farlo. Il bombardamento indiscriminato di ospedali, scuole e quartieri residenziali, unito a questo disprezzo per la vita degli israeliani tenuti prigionieri, dimostra il vero obiettivo della guerra: l’annientamento totale della popolazione civile di Gaza”.

“Israele sta scatenando un olocausto a Gaza, e non si può liquidare la questione come una conseguenza della volontà dei soli attuali leader fascisti del Paese. Questo orrore è più profondo di Netanyahu, Ben Gvir e Smotrich. Ciò a cui stiamo assistendo è la fase finale della nazificazione della società israeliana”.

“Il compito urgente ora è porre fine a questo olocausto. Ma fermarlo è solo il primo passo. Se la società israeliana vuole tornare a far parte dell’umanità, deve intraprendere un profondo processo di denazificazione”.

Il problema è che il mattatoio di Gaza ha il sostegno dell’Impero. Il rapporto privilegiato Usa – Israele è sempre esisito, ma si è intensificato al parossismo nel post 7 ottobre, con l’aumento dell’influenza del Segretario di Stato Tony Blinken all’interno dell’amministrazione BIden, sviluppo favorito dalla senescenza del presidente, e quindi con la vittoria di Trump.

E ora rischia di aumentare ancora più dopo l’assassinio di Kirk, dal momento che la destra neocon sta usando e strumentalizzando la rabbia Maga per riprendere saldamente in mano le redini del partito repubblicano, e quindi del Paese, presa allentata negli ultimi anni grazie all’ascesa del movimento Maga, diviso tra isolazionisti, critici anche della subordinazione di Washington a Tel Aviv, e fautori di Israele, con Kirk punta di diamante di questi ultimi.

Abbiamo scritto in altre note come Kirk negli ultimi tempi si fosse convertito alla causa degli isolazionisti Maga su Israele, cambiamento che avrebbe avuto un impatto dirompente sul partito repubblicano al potere. Non è andata così.

E la reazione all’omicidio, per ora la designazione dei cosiddetti “antifa” come terroristi e la spinta per reprimere i dicorsi di odio – stratagemma già peraltro usato per reprimere le proteste in favore dei palestinesi – è tutta made in neocon (d’altronde furono essi a legalizzare le intercettazioni di massa nel post 11 settembre).

Così l’incremento della macchina genocidaria israeliana vede in parallelo, a causa dell’omicidio Kirk, un “momento neocon”, cabala repubblicana che da sempre sostiene la belligeranza israeliana: di ieri ad esempio la proposta dell’amministrazione Trump di una donazione di 6 miliardi di dollari in armi in favore di Israele….

Altro dato significativo, in tal senso, il fatto che mercoledì scorso il presidente della Camera Mike Johnson abbia assicurato all’AIPAC, la più importante lobby ebraica americana, il suo impegno per combattere l’isolazionismo all’interno dei repubblicani. Ci torneremo.

Johnson discusses efforts to push back on GOP isolationists with pro-Israel leaders

Piccolenote è collegato da affinità elettive a InsideOver. Invitiamo i nostri lettori a prenderne visione e, se di gradimento, a sostenerlo tramite abbonamento.