Ucraina. I volenterosi vogliono la terza guerra mondiale

I leader europei, consegnati alle feroci fumisterie liberal-neocon made in Usa, non si rassegnano alla possibilità che il mattatoio ucraino abbia fine. Da qui il nuovo rilancio, un azzardo a rischio terza guerra mondiale.
Affondare gli spiragli di pace
Prima di passare in rassegna le nuove trovate del partito della guerra, ricordiamo come in precedenza siano riusciti a sabotare le spinte di Trump per avviare un dialogo serio tra Mosca e Kiev, tentativi che si sono dipanati in parallelo al varo di nuovi pacchetti di sanzioni contro la Russia, inutili per piegare Mosca, come tutte le sanzioni pregresse (anzi dannose per il Vecchio Continente), esse avevano altri scopi.
Anzitutto avevano la funzione di una condanna morale, con conseguente impossibilità di aprire un dialogo con i reprobi russi, un fine raggiunto, almeno per quanto riguarda i politici europei meno belligeranti, costretti a evitare o limitare i rapporti con Mosca.
Il secondo scopo era quello di convincere l’America di Trump ad affiancarsi al regime sanzionatorio, rendendo più arduo al presidente Usa e alla sua squadra rapportarsi con i russi. Scopo finora non raggiunto (si dice che in settimana Trump dovrebbe decidere se unirsi o meno alle nuove sanzioni europee… se cedesse alle pressioni sarebbe una svolta in favore della prosecuzione della guerra).
Ma le sanzioni, come accennato, sono solo di supporto alle vere azioni di sabotaggio contro la spinta verso la pace, che dopo l’insediamento di Trump hanno preso due forme. Anzitutto l’idea di inviare in Ucraina forze Nato in funzione di peacekeeping, modulata prima come forze di interposizione, poi come supporto arretrato. Idea affondata a motivo del diniego Usa a fare altrettanto, che avrebbe lasciato soli i “volenterosi” europei ad affrontare la pugna che sarebbe seguita. Ma stando a quanto riferisce il Financial Times, tale opzione per ora è stata riposta nel cassetto.
Successivamente, i volenterosi hanno brandito l’arma del cessate il fuoco, ordinando alla Russia di accettare la proposta di una tregua di 30 giorni che, se rifiutata, avrebbe dato la stura a un sostegno occidentale ben più incisivo del precedente.
Ma anche tale intervento a gamba tesa è fallito, seppellito dalla telefonata-chiarimento tra Trump e Putin, nella quale il presidente Usa ha accolto la richiesta moscovita di avviare un processo di pace serio, lasciando cadere l’idea che dovesse iniziare con una tregua, che Mosca rifiuta nei termini imposti dai volenterosi (cioè solo una pausa delle ostilità senza alcuna garanzia né su una pausa del flusso di armi verso Kiev né sul richiamo alle armi dei cittadini ucraini).
Iniziare la terza guerra mondiale
Falliti i due tentativi di inficiare l’avvio del negoziato, i “volenterosi”, in combinato disposto con Kiev, ci hanno riprovato con iniziative molto più pericolose delle precedenti, dal momento che avevano/hanno il potenziale di innescare immediatamente la terza guerra mondiale.
Il primo proiettile della terza guerra mondiale, che per fortuna ha fallito il bersaglio, è stato sparato il 20 maggio, quando uno sciame di droni ha preso di mira l’elicottero che trasportava Putin nella regione di Kursk. I droni sono stati abbattuti e il presidente russo ne è uscito indenne (si può immaginare se una nazione ostile avesse fatto altrettanto con il presidente americano: sarebbe stata incenerita…).
Una follia, se si ricorda, ad esempio, come la Prima Guerra mondiale ebbe inizio con un episodio simile, cioè l’attentato di Sarajevo in cui persero la vita l’erede al trono asburgico Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia; assassinio peraltro non ascrivibile direttamente alle potenze con cui poi l’Impero entrò in guerra, a differenza di quanto avvenuto per l’elicottero presidenziale russo.
Un tentativo di assassinio, quello dello zar, annunciato pubblicamente dagli “esperti” dell’intelligence britannici, che una decina di giorni prima avevano avvertito che Putin era “un morto che cammina” e che non osava uscire dal bunker nel quale si era rintanato perché l’attendeva morte certa. Una profezia che ha rischiato di avverarsi, con conseguenze catastrofiche.
Il secondo rombo di tuono della terza guerra mondiale è rimbombato per bocca del Cancelliere tedesco Friedrich Merz, il quale ha annunciato che il suo Paese è pronto a inviare i missili Taurus a Kiev senza alcuna limitazione di gittata.
Tali ordigni hanno il potenziale di colpire Mosca, particolare che può far intravedere le conseguenze, peraltro subito esplicitate dalla Russia, che ha ovviamente parlato di una partecipazione attiva della Germania nel conflitto, con tutte le conseguenze del caso.
Berlino, non paga dei disastri delle due guerre mondiali, che pesano come macigni sulla sua e la nostra storia, vuole quindi iniziare anche la terza. Dopo gli avvertimenti di Mosca i leader teutonici sembra che abbiano abbassato i toni, con Merz che ha specificato di aver ribadito cose del passato, cioè che Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna avevano fatto tale mossa in passato, fornendo missili a lungo raggio ATACMS, Storm Shadow e Scalp senza restrizioni di sorta, perché Kiev ha “il diritto di usare le armi che riceve anche al di fuori dei suoi confini, contro obiettivi militari in territorio russo“.
Dichiarazione ambigua, che sembra ritrattare l’annuncio sull’invio dei Taurus, ma non lo fa esplicitamente. Così che resta la possibilità che la follia si realizzi. Certo, il vice-Cancelliere Lars Klingbeil ha poi affermato che la posizione della Germania sull’invio dei missili a lungo raggio non è cambiata, ma non fuga del tutto le legittime inquietudini.