2 Settembre 2014

Veterani dell'intelligence Usa smentiscono l'invasione russa in Ucraina

Veterani dell'intelligence Usa smentiscono l'invasione russa in Ucraina
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Il sito Effedieffe ha pubblicato una lettera aperta (postata sul sito Zero Hedge) rivolta alla Merkel firmata da diversi veterani dell’intelligence Usa, che probabilmente sottende un sostegno di agenti ancora in attività impossibilitati a esporsi. La missiva spiega che la documentazione (foto satellitari e video) Usa che proverebbe l’invasione russa dell’Ucraina ricordano da vicino la documentazione portata all’Onu da Colin Powell per dimostrare che Saddam Hussein possedeva armi di distruzione di massa (tra l’altro gli estensori della lettera rammentano che l’attuale capo della Nato, Fogh Rasmussen, allora primo ministro danese, il giorno prima dell’invasione dell’Iraq aveva detto: «l’Iraq ha armi di distruzione di massa. Non è qualcosa che noi crediamo, è qualcosa che sappiamo»).

Ma la parte più interessante della missiva è quella in cui spiega il motivo per il quale è stata propalata la notizia (o menzogna) di una massiccia invasione da parte dei russi in territorio ucraino: «La versione ripetutamente diffusa da Kiev solo poche settimane fa era che le forze ucraine avevano avuto la meglio nel sud-est del Paese sui federalisti che si opponevano al colpo di Stato [così i firmatari della missiva definiscono la “rivoluzione” di piazza Maidan ndr.] e questo grazie ad un’operazione che veniva ampiamente descritta come “decisiva”. Un quadro che si basava quasi esclusivamente sulle fonti ufficiali governative di Kiev. I resoconti sul campo, dal territorio del sud-est ucraino, erano pochissimi, ma uno in particolare, citato dal Presidente ucraino Petro Poroshenko, sollevò subito grossi dubbi sull’attendibilità di quanto descritto nel resoconto di Kiev. Stando  difatti al “servizio stampa del Presidente dell’Ucraina” del 18 di agosto, Poroshenko aveva chiesto una riorganizzazione delle unità militari ucraine coinvolte nelle operazioni: “Oggi è necessario riorganizzare le forze che difenderanno il nostro territorio e le continue offensive”. Così disse Poroshenko, aggiungendo “dobbiamo prendere in considerazione una nuova operazione militare, in nuove condizioni”.

Se per “nuove condizioni” avesse voluto dire “avanzate, coronate da successo”, perché mai era necessario “riorganizzare” le forze armate? Nello stesso momento, le fonti dal “fronte” iniziarono a riferire difatti di una serie di attacchi coronati da successo, ma non di Kiev, bensì portati contro i governativi dalle milizie dei federalisti. Secondo tali fonti, fra le fila governative si stavano segnando grosse perdite di uomini e di territori, in gran parte a causa dell’incompetenza e di un “comando” incapace.
Dieci giorni dopo [i governativi], si ritrovarono accerchiati o in ritirata, ma la scusa era già pronta: “l’invasione russa”. È esattamente a quel punto che fu deciso che quelle immagini confuse prese dalla Nato e da “giornalisti” del “calibro” di Michael Gordon del New York Times «si potevano diffondere in tutto il mondo per dire a tutti che “stavano arrivando i russi”».

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