2 Maggio 2016

Mese di maggio, la preghiera di Aleppo

Mese di maggio, la preghiera di Aleppo
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Maggio, mese della Madonna. Come accennato in altro Notes, in questo mese, nella rubrica Impressioni, pubblichiamo le fotografie di alcune Madonnelle che la devozione popolare ha consegnato ai muri di Roma e quella di Pilade Mancini al nostro povero sito. Immagini semplici per una fede semplice. Una fede che ha per orizzonte il mondo, come ripeteva don Giacomo Tantardini ai suoi amici, uno dei quali era appunto Pilade.

 

L’orizzonte è il mondo: non è necessario a questo esercizio la lettura dei giornali, che anzi troppo spesso confondono. Basta la fede dei semplici. Quella che fa recitare il santo rosario. Nel quale la Chiesa ha voluto inserire quella stupenda giaculatoria che recita: «Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia».

 

Ed è semplicemente ripetendo l’Ave Maria imparata da bambini e quella meravigliosa giaculatoria che il cuore si allarga e abbraccia il mondo. Così, in questo mese mariano, accanto e insieme alle Madonnelle di Roma regalateci da Pilade, piace proporre ai nostri lettori, come orizzonte di preghiera, di sguardo e di cuore, le parole che i vescovi cattolici di Aleppo (dei vari riti presenti nella città) hanno rivolto ai propri fedeli stretti dalla tempesta nel quale è stata precipitata la Siria.

 

È un appello, una preghiera, un cuore al quale possiamo partecipare anche noi, seppur di lontano, inermi spettatori dello spettacolo di morte e di grazia – tale l’orizzonte della preghiera dei vescovi di Aleppo – che si sta consumando in quel Paese. Noi, poveri peccatori che tutto affidano alla preghiera della più tenera delle madri.

 

 

Dichiarazione dall’Assemblea dei vescovi cattolici in Aleppo

Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che con la sua grande misericordia ci ha generato in una speranza viva mediante la Risurrezione di Gesù Cristo dai morti” (1Pt 1,3).

 

Con queste sante parole, ci rivolgiamo a voi figli amati, e con voi il nostro cuore gronda dolore e sofferenza per la violenza che subisce la nostra amata città, Aleppo, la città dei martiri, i cui abitanti, che vi rimangono nella pazienza e nel dolore, non meritano se non tutto il bene.

 

Perciò non lasciamoci vincere dalla tristezza e dalla disperazione, perché noi siamo figli della Risurrezione, figli della Speranza, crediamo fermamente che queste sofferenze non saranno vane, ma, sull’esempio dei Santi e dei Martiri, ci facciano partecipare della Passione di Cristo, perché diventino sofferenze santificate e santificanti, per la pace in Siria e la salvezza della nostra città. Questo è il significato più importante del nostro rimanere ad Aleppo.

 

Rivolgiamo il nostro grido alle coscienze di quanti progettano e di quanti portano avanti questa guerra e diciamo: per amor di Dio: basta! Per la misericordia degli uomini: basta! Per il grido del sangue dei bambini e dei martiri che sale a Dio: basta! Per le lacrime delle madri in lutto: basta! Per il dolore dei feriti: basta! Per i senza tetto: basta! Per quelli che non sono più in grado di nutrire i loro figli: basta! Non è giunta l’ora che alle parole seguano i fatti? L’ora della risurrezione e non della morte, in tutte le sue forme?

 

Annunciamo con voi figli amati, il rinnovo della consacrazione della nostra città di Aleppo al Cuore Immacolato di Maria, Lei che aveva chiesto nelle sue apparizioni a Fatima la consacrazione del mondo al suo Cuore Immacolato per ottenere la pace.

 

Cogliamo l’occasione del mese mariano, domandando a tutti voi di offrire le preghiere, e specialmente il Rosario, nelle nostre chiese per questa intenzione; convertiti a Dio, e supplicando l’intercessione di Maria Vergine, Regina della pace, mettiamo il nostro Paese, la Siria, e la nostra città, Aleppo, sotto la Sua protezione.

Chiediamo l’eterno riposo per i martiri e la pronta guarigione per i feriti, e la Pace di Dio sia con tutti voi.

 

Aleppo, 30 Aprile 2016

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