27 Giugno 2018

Bolton e Putin

Bolton e Putin
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John Bolton ha incontrato Vladimir Putin. Un incontro sicuramente in agenda nella visita in terra russa del Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, ma certo poco pubblicizzato: finora si era detto che avrebbe incontrato al massimo il ministro degli Esteri. E invece…

Putin e la (relativa) pax neocon

L’incontro con il presidente russo (riportata anche dal sito del Cremlino, con cenno significativo) conferma che la visita di Bolton è da considerarsi al livello ultimo del potere di questo mondo. E indica che qualcosa, nel profondo di tale potere, è cambiato.

Nel riportare il vertice, il Washington Post ricorda i proclami anti-russi di Bolton, ma siamo alle minuzie. Non solo Bolton: verso la Russia, e verso Putin, in questi anni si è scatenata una campagna d’odio tesa a rendere sempre più conflittuale il rapporto tra Oriente e Occidente.

Un maccartismo di ritorno, come abbiamo scritto sulle nostre note. Dalla crisi ucraina al caso Skripal, passando per la Siria, alla Russia sono state addebitate nefandezze innumeri dal tribunale politico-mediatico occidentale, che era insieme accusatore e giudice.

Difficile, se non impossibile, che le tante accuse rivolte alla Russia vadano a cadere. Serve che rimangano in piedi: perché andrebbero a cadere narrative consolidate, e con esse altre narrative a esse collegate e conseguenti.

Per politici e media occidentali sarebbe impossibile sopportare il peso di tale confutazione. Non solo: la loro sussistenza permette all’Occidente di avere un’arma di ricatto, che, benché scarica, può essere ricaricata all’occorrenza.

Ma certo, il riavvicinamento tra Oriente e Occidente la priva della loro portata eversiva. Termine che abbiamo usato nel senso tecnico della parola, perché necessarie all’eversione dell’ordine mondiale (o alla rivoluzione neoconservatrice che ha imperversato nel mondo).

Per un mondo meno impazzito

L’incontro tra Putin e Bolton apre la porta a tale riavvicinamento, che si concretizzerà, anche a livello simbolico, nell’incontro tra il presidente russo e quello americano.

Nel riportare la notizia, infatti, il WP ha ricordato come una settimana fa il Segretario di Stato Usa Mike Pompeo aveva affermato che l’incontro tra i due presidenti avrebbe avuto luogo presto, ma subordinandolo appunto alla visita di Bolton.

Si avvera dunque quanto Trump aveva promesso in campagna elettorale e quanto finora è stato contrastato con successo proprio da quei neocon (o almeno parte importante di essi) che oggi fanno da pontieri.

Il WP ricorda anche che quello di luglio, perché l’incontro tra i due presidenti avverrà in tale mese, sarà il primo tra i due presidenti che non avviene a margine di un qualche vertice multilaterale. Cosa che ne accresce il significato.

Poca importanza ha la location del vertice, anche se qualcuno vuole dargliela a tutti i costi. Certo un luogo non è uguale all’altro, ma quel che importa è la prospettiva globale, non altro e meno importante.

Come dimostra, almeno finora e fino a prova contraria, il campionato mondiale di calcio che si sta svolgendo in Russia. Bolton si è complimentato con Putin per la riuscita dell’evento. Un’osservazione che va ben oltre la kermesse calcistica.

Ma di questo parleremo in altra nota. Ad oggi basta registrare che quanto fino a un mese fa sembrava impossibile si è fatto possibile, anzi si è fatto e basta (salvo mega-attentati dell’ultima ora et similia).

E che il mondo è un po’ meno impazzito di quanto lo fosse prima, quando il furore neocon ruggiva indisturbato e apparentemente incontenibile.

 

 

 

 

 

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