16 Ottobre 2013

Giacomo Balla, Ritratto di Giovan Battista Montini

Giacomo Balla, Ritratto di Giovan Battista Montini
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Lo si riconosce al primo colpo: Giovan Battista Montini in un ritratto giovanile. Erano probabilmente i primi anni ’20, quando giovane prete frequentava la Pontificia Accademia Ecclesiastica. Lo vediamo in atteggiamento controllato, per nulla atteggiato da “prete”. Ha in mano un libro che maneggia con cura, quasi devota.

A eseguire il ritratto, non si sa per quali motivi, era stato uno dei grandi maestri del futurismo, Giacomo Balla. Si percepiscono i segni di quella cultura figurativa d’avanguardia, ad esempio nel trattamento della luce, resa con quelle schegge di un bianco mixato all’azzurro. È luce molto moderna, di un bagliore teso come le luci artificiali tanto amate dai futuristi.

Tutto in questo ritratto evidenzia un’acutezza di sguardo, di intelligenza, di fede. Montini amava gli artisti e in tanti gli hanno fatto dei ritratti che spesso però sconfinano nell’oleografia: nel recente fascicolo che Avvenire ha pubblicato per ricordare i 50 anni dalla sua elezione a Papa se ne vedono tanti. Ma solo questo gli rende giustizia. Perché è un ritratto pienamente “moderno”. E quindi ci rivela come Montini non avesse mai avuto il problema della modernità. Non la sentiva nemica, anzi ne era affascinato e la percepiva come assolutamente “sua”. Per questo quando ho visto questo ritratto, che non conoscevo, mi sono detto questo è “il” ritratto di Paolo VI. Così poco atteggiato, così intellettualmente ineccepibile: colpisce la posa, che non concede tempo all’artista che lo sta ritraendo, perché continua nella lettura, e con questo toglie spazio a qualsiasi intenzione retorica.

Ma quello che più convince è questa aria tutta moderna in cui si trova pienamente a suo agio, con le pennellate tese ed elettriche, che sembrano sismografo di un’intelligenza attenta e inquieta. Lo scorcio dal sotto in su è uno stratagemma che Balla giustamente usa per metterci nelle condizioni di capire e di “vedere” meglio Montini: che nella sobrietà del suo atteggiamento sembra tutto definito dalle parole che sta leggendo. Per questo le sue mani, dalle dita lunghe e sottili, mostrano tanta cura per quel libro. Lo compulsano, come solo si compulsano le cose da cui non si riesce a distogliere gli occhi.

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