8 Agosto 2015

Il Moretto, l'Assunta

Il Moretto, l'Assunta
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La vicenda di questa tavola è una delle tante vicende che a inizi ‘800 portarono al saccheggio del patrimonio delle chiese per costituire i nuovi templi della cultura, i musei. Fu Napoleone il grande artefice di questa gigantesca operazione. Il Louvre in Francia e la Pinacoteca di Brera in Italia furono i maggiori beneficiari di questo “trasloco” forzato di opere.

 

A volte accadde che fosse messo in atto un vero regolamento spartitorio. Come nel caso del grande polittico che dal 1530 costituiva il tesoro della Basilica di Santa Maria degli Angeli di Gardone Valtrompia, in provincia di Brescia. È opera di uno dei grandi artisti bresciani del 1500, Alessandro Bonvicino, molto più noto come il Moretto. Nel 1805 i soldati napoleonici smontarono il polittico che aveva al centro in alto un’immagine dell’Assunta, circondata da cinque pannelli con figure di santi. Oggi quattro di queste tavole sono a Brera mentre due sono state portate a Parigi. A Gardone è rimasta solo la cornice, riempita oggi con le immagine fotografiche delle opere sottratte.

 

Il pannello dell’Assunta, che ovviamente rappresenta il cuore del Polittico, è custodito a Brera. È una composizione molto semplice, tutta in verticale, dove la Madonna appare a figura intera, sorretta da quattro angioletti. La figura di San Francesco (che originariamente nel polittico occupava la posizione centrale proprio sotto l’Assunta) ci ricorda che erano stati i francescani i primi “propagandisti” dell’Immacolata concezione e quindi dell’Assunzione di Maria. Lo erano anche in quanto interpreti di quel sensus fidei così radicato nel semplice popolo cristiano.

 

Moretto sembra trovarsi benissimo nel dare testimonianza di questo sensus fidei. Non gli accade, come succederà a molti suoi colleghi, di dover schiacciare sul pedale dell’enfasi per raccontare in immagini la salita al cielo di Maria con il suo corpo. Lui resta terra-terra. La sua Madonna non spicca nessun balzo, non si leva in volo. La troviamo in cielo con la stessa semplicità con cui stava sulla terra. Con la stessa affettuosa fisicità. È una Maria che non vuole giocare la parte della protagonista, che accetta di stare al centro sapendo che il vero centro è Colui al quale getta, anche in questo momento di gloria, quello sguardo indimenticabile, pieno di tenerezza.

 

È una Madonna senza effetti speciali questa di Moretto. Concreta, vera, dolce. Che sta vicina al Figlio come pure sta vicina a chiunque le rivolga (innalzi) lo sguardo. Non è una Madonna ormai in un altro mondo, è una Madonna “per” questo mondo. Un quadro di paese? Forse. Ma Moretto e i grandi lombardi insegnano che a volte in periferia c’era più senso della vita e della realtà che non al centro. E non è un caso che Moretto sia stato uno degli artisti sui quali nutrì il proprio sguardo Caravaggio.

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