28 Settembre 2015

Anche la Merkel e Hollande aprono ad Assad

Anche la Merkel e Hollande aprono ad Assad
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Per risolvere la crisi siriana «occorre parlare con molti attori, tra i quali anche Assad». Così la cancelliera tedesca Angela Merkel a Bruxelles lo scorso giovedì, ai margini del vertice sui migranti. Un’apertura verso il leader siriano alla quale sembra si sia unito anche François Hollande il quale, dopo che in settimana aveva ribadito la sua posizione intransigente nei confronti del presidente siriano, domenica – a New York per la plenaria dell’Onu – ha spiegato che, nella ricerca di una soluzione per la crisi, la Francia «ascolta tutti e non scarta nessuno». Riferimento implicito ad Assad, appunto. Le dichiarazioni dei due leader europei sono state riportate da Russia Today.

 

Nota a margine. Abbiamo riportato le dichiarazioni della Merkel e di Hollande perché indicative di un clima che sta cambiando: l’idea di una permanenza di Assad alla presidenza siriana, seppure in forma transitoria, inizia ad essere accettata un po’ da tutti. Resta da vedere l’esito dell’incontro tra Obama e Putin che si terrà in occasione dell’assemblea Onu, ma già il fatto che i due presidenti si incontrino, nonostante il fuoco di sbarramento contrario, è un segnale estremamente positivo.

 

Ieri i francesi hanno bombardato l’Isis, provocando le proteste di Mosca che ne ha messo in evidenza l’illegittimità: non essendo stato concordato con il governo di Damasco, il raid di fatto ha violato la sovranità della Siria. I transalpini si sono giustificati spiegando che i terroristi «preparavano attentati», quindi si sarebbe trattato di legittima difesa. 

 

A parte la vacuità della giustificazione, l’attivismo inconsueto della Francia, finora spettatrice inerte della macelleria del Califfato, indica che Parigi vuole a tutti i costi avere qualche ruolo nella trattativa. Protagonismi similari non possono che produrre danni (speriamo limitati) in un negoziato fin troppo complesso.

 

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