30 Giugno 2023

Daniel Ellsberg, l'Impero americano e la guerra ucraina

DANIEL-ELLSBERG-edward-snowden-julian-assange
Tempo di lettura: 4 minuti

Il 16 giugno è morto Daniel Ellsberg, ormai ignoto ai più, ma entrato alla storia per aver passato ai media americani documenti segreti sulla guerra del Vietnam, che nel 1971 rivelarono al mondo le menzogne profuse da Washington sul conflitto, aprendo la via alla sua risoluzione.

I documenti segreti, infatti, iniziarono a essere pubblicati sul New York Times e poi sul Washington Post, nonostante le immani pressioni per metterli a tacere. Lo stesso Ellsberg ebbe a subire pressioni fortissime; contro il lui l’amministrazione Nixon arrivò a brandire l’Espionage Act, ma a salvarlo arrivò il Watergate che precipitò Nixon nell’inferno della storia (l’unico presidente Usa a pagare per i suoi errori, peraltro meno gravi di tanti suoi omologhi).

Alla sua morte, i media Usa hanno celebrato Ellsberg alla stregua di un eroe americano. Il paradosso è che gli stessi giornali trattano come traditori Julian Assange, Edward Snowden e altri che hanno ripercorso le orme di Ellsberg, rivelando al mondo le menzogne propalate dagli Stati Uniti nelle più recenti avventure imperialiste.

Peraltro, lo stesso Ellsberg aveva speso parole di elogio per Assange e Snowden, ma non c’è traccia di tutto ciò nei suoi necrologi. Ne scrive Ryan McMaker su  Consortium News il 28 giugno: “Sostenere gli Ellsberg dei giorni nostri – come ad esempio Assange, Snowden, Reality Winner, Chelsea Manning e Jack Texeira – richiede un certo grado di pensiero indipendente, scetticismo e disprezzo per i regimi. Questo è il motivo per cui così pochi giornalisti nei media importanti supportano questi leaker moderni. Farlo potrebbe mettere in pericolo la posizione di tali cronisti presso dirigenti e proprietari dei media mainstream. Inoltre, la maggior parte dei giornalisti dei media importanti è partecipe del regime. Non hanno alcun interesse a minarlo”.

Ellsberg e la manipolazione dell’opinione pubblica

Riportiamo alcune considerazioni di Ellsberg tratte dal libro War Made Invisible: How America Hides the Human Toll of its Military Machine di Norman Solomon, riportate da The Intercept.

Se si guarda a ritroso, al modo con cui gli americani si sono relazionati alle vittime di guerra, Ellsberg affermava: “È doveroso rilevare […] che l’opinione pubblica non mostra nessuna reale preoccupazione per il numero delle persone che uccidiamo in queste guerre. Al massimo ci si preoccupa delle vittime americane, soprattutto se sono troppe”.

“[L’opinione pubblica] sopporterà, in modo quasi sorprendente, anche un livello molto alto di vittime americane, soprattutto se le cose stanno andando bene e se il presidente può rivendicare un successo […]. Ma sulle persone che vengono uccise nelle nostre guerre, i media non si fanno nessuna domanda, né l’opinione pubblica ne chiede conto ai media, e quando qualcosa viene rivelato, in un modo o nell’altro, in maniera occasionale, nulla cambia”.

Ciò che viene nascosto agli americani “è che essi sono cittadini di un impero, sono al centro di un impero che si arroga il diritto di decidere chi governa altri paesi, e se tali governi non sono graditi a causa delle loro interazioni [errate] con gli interessi corporativi [degli Stati Uniti] o perché rifiutano di concederci basi” militari o altro, “ci sentiamo assolutamente nel giusto e siamo capaci di rimuoverli attraverso i regime-change”.

“Praticamente ogni presidente ci dice, o ci rassicura, che siamo un popolo che ama davvero la pace, particolarmente cauto nel dare inizio a una guerra, anzi riluttante, forse addirittura troppo in certi casi, ma più che determinato una volta che siamo intervenuti, e che ci vuole tanto per farci accettare l’idea di andare in guerra, che questo non è il nostro status normale. Ciò ovviamente stride con il fatto che siamo stati in guerra quasi sempre…”

“Che ci sia un inganno, che l’opinione pubblica sia evidentemente fuorviata, fin dall’inizio del gioco, nell’approccio alla guerra, così che sia convinta ad accettare e poi a sostenere una guerra, è la realtà. Quanto peso hanno i media nell’ingannare l’opinione pubblica e quanto è difficile ingannarla? Da ex insider direi che non è poi così difficile ingannarla”.

Ellsberg e l’Ucraina

Così chiudiamo con la lezione di Ellsberg sulla guerra ucraina: “Non l’hanno provocata né gli Stati Uniti né la Russia da sole: ci sono persone nel mondo che vogliono la Guerra fredda, che trovano che sia meglio governare il mondo avendo antagonisti come Cina o Russia, così da poterci convincere che dobbiamo fare tutto ciò essi che vogliono”.

E ancora: “Zelensky e Putin avevano essenzialmente fatto un accordo, erano molto vicini a un accordo, che prevedeva il ritorno allo status quo prebellico in Crimea e nel Donbass, si erano accordati anche in relazione alla NATO e a tutto il resto, ma gli Stati Uniti e gli inglesi, nel caso specifico Boris Johnson, sono andati [da Zelensky] e gli hanno detto: ‘Non siamo pronti per questo. Vogliamo che la guerra continui. Non accetteremo la trattativa’”.

“Direi che è stato un crimine contro l’umanità. E, in tutta serietà, dico che l’idea che era necessario che delle persone di entrambe le parti fossero uccise allo scopo di ‘indebolire i russi’ [sul punto cita esplicitamente il Segretario alla Difesa Lloyd Austin] non a beneficio degli ucraini, ma per una strategia geopolitica complessiva, era [e resta ndr] malvagia”.

Questo j’accuse di Ellsberg contro quanti stanno alimentando la guerra ucraina ovviamente non è stato riportato dai media mainstream quando lo hanno celebrato post mortem. E, sempre per restare a quanto ha detto l’ex inisider sulle interessate amnesie dei media e sul disinteresse riguardo le vittime non gradite, val la pena annotare che il numero delle vittime che l’esercito ucraino registra al fronte è uno dei segreti meglio custoditi di questo conflitto.

L’ecatombe che si sta consumando in assalti senza scopo e senza esito, al solo scopo di proseguire questa guerra per procura contro la Russia, sarebbe uno shock terribile per l’opinione pubblica occidentale. Potrebbe suscitare domande scomode sulla necessità di procrastinare i negoziati e sull’asserita eroicità della leadership ucraina. Da cui l’inconfessabile segreto.

 

N.B. Nella foto di apertura da destra Daniel Ellsberg, Edward Snowden e Julian Assange.