7 Novembre 2015

Sinai: danza macabra attorno a un disastro aereo

Sinai: danza macabra attorno a un disastro aereo
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Sulla rubrica delle lettere del Corriere della Sera del 7 novembre,  Sergio Romano scrive riguardo le varie ipotesi circa l’aereo russo caduto nel Sinai. Nella nota, Romano accenna all’interesse dell’Isis – anche non fosse vero – di rivendicare la paternità di un attentato per ascriversi una vittoria. All’opposto, la Russia avrebbe interesse a derubricare la vicenda a semplice incidente, per evitare un calo di consensi popolari alla campagna contro l’agenzia del terrore.

 

Infine, sul fatto che Gran Bretagna e Stati Uniti insistano sulla pista dell’attentato, probabilmente a ragione, scrive: «Suppongo che a Londra e Washington, in questi giorni, non spiaccia assistere all’imbarazzo con cui il governo russo esorta i suoi cittadini ad attendere pazientemente che le indagini facciano il loro corso» (L’aereo caduto nel Sinai La giostra delle ipotesi).

 

E conclude: «Qualche lettore si è sorpreso del silenzio di Israele e vorrebbe conoscerne le ragioni. È possibile che i servizi d’intelligence, le stazioni d’ascolto, i satelliti e i radar israeliani non possano darci qualche notizia interessante? A queste domande, fondate sulla convinzione che il Mossad abbia poteri soprannaturali, non sono in grado di rispondere».

 

Nota a margine. Poco da aggiungere alle considerazioni di Romano, se non che la sospensione dei voli per l’Egitto da parte delle autorità russe appare un ulteriore indizio in favore dell’ipotesi attentato.

 

Detto questo, anche in questo caso, c’è da rimarcare l’assoluta mancanza di collaborazione tra Occidente e Russia: nessuna dichiarazione comune, nessuna partnership investigativa. Le parti si muovono in base a meri interessi di bottega. Gli uni preoccupati di non concedere una facile vittoria all’Isis (più comprensibile), gli altri nella speranza di creare difficoltà all’avversario.

Una danza macabra ballata attorno ai corpi di 224 vittime innocenti. L‘Isis ringrazia.

 

Sul disastro, per chi non l’avesse letta, rinviamo a una precedente Postilla.

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