5 Settembre 2018

Gli strani eroi del Califfato di Idlib

Gli strani eroi del Califfato di Idlib
Tempo di lettura: 3 minuti

C’è allarme per la campagna per Idlib, in Siria, che appare imminente. Tanti hanno affermato che si rischia il genocidio.

Idlib: il nuovo Califfato del Terrore

Allarmi che avevano preceduto la battaglia per Aleppo o per Ghouta, ovvero ogni offensiva siriana contro i jihadisti e terroristi incistati nel suo territorio. Eppure nessuna di queste offensive ha prodotto la catastrofe di Raqqa, letteralmente coventrizzata dalle forze Usa, cosa che non ha destato alcun allarme, anzi giubilo.

Non si vuol esaltare la fantastica macchina bellica siriana o russa, o la sua umanità, semplicemente riportare fatti avvenuti.

Detto questo, è ovvio che sarebbe bellissimo che tale campagna non iniziasse mai, ma la Siria (e la Russia) la ritiene necessaria per la propria sicurezza, stante che Idlib è quel che l’Isis non è più, ovvero un vero e proprio Califfato del Terrore.

Da lì piovono attacchi sul territorio circostante: di alcuni giorni fa quello di 45 droni contro la base aerea russa di Hmeimim. Insomma, finché i terroristi avranno il loro Califfato a Idlib, la Siria sarà un bersaglio facile.

Parliamo di terroristi, perché a Idlib tutte le fazioni ribelli sottostanno al giogo di Hayat Tahrir al-Sham, che poi è la vecchia al Nusra (al Qaeda), che secondo l’Onu conta 10mila combattenti.

Per al Monitor essi presidiano il 60% della regione, ma soprattutto controllano “i flussi commerciali che entrano ed escono da Idlib”, particolare che dà l’idea del dominio sull’area.

Il sogno di un Vietnam russo-siriano

Il Califfato di Idlib finora ha resistito grazie soprattutto all’appoggio turco. Ma ora i suoi volenterosi alleati sono legione.

Così il Washington Post: “‘In questo momento, il nostro compito è quello di creare un pantano [per la Russia e il regime siriano, ndr.] finché non otterremo ciò che vogliamo’, afferma un funzionario dell’amministrazione [Usa, ndr.], spiegando l’impegno per resistere all’attacco di Idlib. Questo approccio prevede di rassicurare i tre alleati chiave degli Stati Uniti al confine con la Siria – Israele, Turchia e Giordania – del persistente coinvolgimento americano” nel conflitto.

Insomma, gli Usa vogliono tramutare Idlib nel Vietnam di russi e siriani.

In tal senso la propaganda neocon userà di tutto: dagli appelli umanitari lanciati (anche in buona fede) in favore della popolazione civile di Idlib, che marchieranno a fuoco e ritarderanno l’eventuale campagna; come possibili attacchi chimici da attribuirsi ad Assad (vedi Piccolenote).

Va da sé che Assad non avrebbe alcun vantaggio a lanciare simili attacchi, che avrebbero come inevitabile conseguenza di attirare su di sé le bombe americane. Ma tant’è.

Idlib: trattative frenetiche 

La Turchia non sembra ancora intenzionata a recedere dalla sua alleanza con Idlib, anche se, come chiesto con insistenza dai russi, la scorsa settimana ha inserito Hayat Tahrir al-Sham nella lista delle fazioni terroriste.

Un passo importante, stante che i russi e i siriani vogliono dividere questa fazione dalle altre, con le quali vorrebbero invece stabilire accordi, come avvenuto nella recente campagna condotta da Damasco nel Sud della Siria.

Venerdì si terrà un nuovo vertice Iran, Turchia, Russia. Può sbloccare la situazione. La campagna su Idlib potrebbe (forse) scattare subito dopo.

Ad oggi l’unico modo per evitarla è che le varie potenze straniere che hanno sostenuto il regime-change siriano (questo sì un genocidio) abbandonino al loro destino i loro tagliagola di fiducia, negandogli armi, munizioni e soldi.

Scelta che farebbe collassare il Califfato di Idlib, dato che senza soldi i tagliagole cercherebbero un altro lavoro. Non avverrà, purtroppo.

 

Nota a margine: per comprendere la natura del “Califfato di Idlib” basta guardare oltralpe: Nizza, 14 luglio, strage sulla Promenade des Anglais, eccidio rivendicato dall’Isis ma perpetrato da un reclutatore di miliziani stranieri per conto di al Nusra, motivo della foto dell’articolo (vedi qui o qui o altro). Bizzarro che tali personaggi siano oggi dipinti come eroi della resistenza che l’Occidente vuol difendere dal malvagio Assad… 

 

 

 

 

 

 

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