7 Ottobre 2022

La Gran Bretagna e l'informazione sull'Ucraina

Il Segretario alla Difesa Ben Wallace incontra il Ministro della Difesa russo Sergei Shoigu al Ministero della Difesa, 11 febbraio 2022. (Foto: Tim Hammond/n. 10 di Downing Street). La Gran Bretagna e l'informazione sull'Ucraina
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Istruttivo, su come funziona il meccanismo di propaganda riguardante il conflitto ucraino, quanto si legge sul sito Declassified Uk. “Simon Baugh, – scrive il sito britannico – Chief Executive del Servizio di comunicazione del governo del Regno Unito, che sovrintende alle operazioni sui media del governo, afferma che la Gran Bretagna ha fornito ‘supporto strategico per le comunicazioni’ al governo di Kiev dal 2016′”.

Guerra di informazioni preventiva

“Prima dell’invasione [dell’Ucraina], all’inizio di febbraio, Whitehall ha creato una cellula informativa del governo, che comprende 35 membri del personale di diversi ministeri, che cerca di contrastare la disinformazione russa”.

“Baugh afferma che questa cellula lavora con la NATO, l’UE e la rete di intelligence Five Eyes (che coinvolge Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada e Regno Unito) e ‘crea contenuti per rafforzare il morale e la fiducia del popolo ucraino mostrando loro che non sono soli'”.

“E aggiunge: ‘Stiamo sviluppando la capacità di fornire comunicazioni rapide con impatto, in tempo reale e sulla base di un monitoraggio 24 ore su 24, 7 giorni su 7, producendo contenuti, risposte e confutazioni‘”.

“L’attenzione alla ‘produzione di contenuti’ è degna di nota. Baugh afferma che la cellula non diffonde di per sé la disinformazione e che ‘il nostro modello si basa su quello del governo del Regno Unito che utilizza i fatti per esporre la verità‘” [per un ironico ribaltamento delle circostanze, si può notare come il media sovietico ufficiale si chiamasse Pravda, cioè verità ndr].

Gran Bretagna: la macchina della “verità” pronta per la guerra

“Ciò, tuttavia, non è facile da verificare, poiché le attività dell’organismo sono opache. Sui media stanno comparendo diverse storie apparentemente false sulla Russia, di provenienza poco chiara. Le agenzie di intelligence britanniche stanno facendo anche affermazioni difficili o impossibili da verificare” (1).

Da notare che il supporto all’Ucraina avviene dal 2016, ma la cellula preposta a fornire la “verità” su quanto accade in Ucraina viene istituita agli inizi di febbraio, cioè poco prima dello scoppio della guerra, quando ancora l’invasione era di là da venire. Così che, a guerra iniziata, tutto era pronto per avviare la macchina.

Abbiamo scritto più volte che la crisi è stata innescata e che Putin è stato indotto a invadere dal suggerimento proveniente dall’estero, un suggerimento che l’aveva convinto che era possibile risolvere la criticità ucraina attraverso un golpe a Kiev.

Qualcuno, infatti, era desideroso di riportare un po’ di ordine nel mondo, da qui l’idea di un’invasione finta dei russi, che avesse come unico scopo quello di innescare un colpo di Stato a Kiev per insediarvi un governo meno bellicoso nei confronti della Russia e chiudesse la pericolosa pendenza ucraina, che dal 2014 aveva posto il pianeta nel rischio di una Terza guerra mondiale.

La verità parla inglese

Un suggerimento arrivato nel bel mezzo di una criticità crescente, con Kiev che aveva avviato un’operazione militare massiva contro il Donbass, che oggi pochi ricordano, la quale aveva fatto dilagare il panico nella regione e creato un’ondata di rifugiati verso il territorio russo.

Da qui l’invasione russa, la quale però doveva durare pochi giorni. Un piano che altri, sempre all’estero, avevano assecondato allo scopo di farne una guerra vera e propria, quella che stiamo vivendo, trascinando la Russia in una guerra per procura.

Un gioco-doppiogioco che aveva visto un iniziale successo di una parte, con Zelensky che si era detto pronto alla neutralità e a trattare col nemico, che però è durato lo spazio di pochi giorni.

In una notte drammatica, infatti, tutto si è ribaltato: un ribaltamento delle prospettive che si evidenziò quando dall’America arrivò a Zelensky l’invito a lasciare Kiev per Leopoli – lasciando così campo aperto al golpe – che però incontrò il niet dell’interessato, che iniziò a chiedere armi, tante armi – posizione dalla quale non si è più mosso -, rifiutando quello che con disprezzo definì un “passaggio” verso la salvezza personale.

Qualcuno, in quella drammatica notte, l’aveva preso in consegna allo scopo di fare dell’ennesima crisi ucraina un nuovo e più inebriante capitolo della guerra infinita. Se in questa nota abbiamo ricordato quanto scritto in precedenza non è per una mera casualità. Val la pena, infatti, ricordare quanto dichiarato in più di un’occasione dal generale Fabio Mini: “Londra ci trascinerà in una guerra mondiale”. I falchi che aleggiano intorno a questa guerra infinita, infatti, parlano per lo più inglese.

 

(1) A proposito dell’informazione che produce la cellula di cui si parla nella nota, si veda la recente vicenda della “mini Auschwitz”.

“Sembra che i denti siano stati rubati dal mio ufficio. li ho tolti io” – la rivelazione al giornale tedesco “Bild” del dentista ucraino del villaggio di Pisky-Radkivski – il mucchio di denti di acciaio inossidabile potrebbero non essere stati estratti dai soldati russi per torturare i civili (verrebbe smentita tutta la narrazione sulla “piccola Auschwitz” dei giornaloni di oggi) – il dentista del paese ha riconosciuto le protesi: “provengono da persone che ho curato” – probabilmente i russi pensavano fossero d’oro”.

Questo il rilancio di Dagospia di un articolo del Corriere della Sera che, come altri in questi giorni, aveva in precedenza dato credito all’ennesima menzogna creata ad arte per  accusare i russi di crimini di guerra, anche in questo caso, come in altri, accentuato grazie al richiamo alle pratiche dei campi di sterminio nazisti.

D’altronde, nelle guerre infinite, i nemici dell’America hanno subito identico trattamento: Saddam, Assad, Khamenei e Gheddafi, per citarne solo alcuni, nell’informazione sono stati paragonati a Hitler e le loro forze ai nazisti. Nulla di nuovo sotto il sole.

 

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