20 Marzo 2020

Il flagello delle locuste e l'idea di combatterle con le anatre

Il flagello delle locuste e l'idea di combatterle con le anatre
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Dopo il coronavirus, le locuste: per alcuni Paesi al flagello virale si sommerà quello più classico dato dai voraci predatori di raccolti. Il “raid aerei” di sciami di locuste hanno devastato i campi di numerosi Paesi.

La regione a essere maggiormente colpita è stata il corno d’Africa: Etiopia, Kenya e Somalia sono caduti preda degli sciami da tempo. I predatori, passando per il Sudan, sono arrivati nella penisola arabica, colpendo lo Yemen, già martoriato da una guerra infinita, l’Arabia Saudita, arrivando a tormentare l’Iran, già flagellato dal coronavirus, e spingendosi fino in Pakistan e alle porte della Cina.

LOCUST

Questi insetti sono in grado di spostarsi anche di 150 km al giorno e consumare una quantità di cibo sufficiente a sfamare 35.000 persone.

Considerata l’emergenza sanitaria causata dal coronavirus, il problema generato dalle locuste sembra poca cosa: tuttavia per i Paesi colpiti è una pandemia quasi altrettanto disastrosa di quella virale.

L’affacciarsi degli sciami in Pakistan e alle porte della Cina ha portato in auge un’opzione alquanto bizzarra, che ha attirato la simpatia del web, ispirata a una strategia già adottata nello Xinjiang.

In questa regione cinese, al confine col Kirghizistan, nel 2018 l’invasione delle locuste fu contrastata con efficacia facendo ricorso ai loro predatori naturali, gli uccelli. Alla popolazione locale furono distribuite galline e altri volatili, in particolare anatre, che hanno fatto strame degli invasori (China Daily).

Così l’università di scienze agricole della Cina ha immaginato di adottare la stessa strategia contro i nuovi invasori, mandando contro di essi un esercito di anatre (BBC).

Le anatre sono più gestibili di altri uccelli, dato che si muovono in stormi, e hanno un volume di fuoco maggiore delle galline, potendo distruggere, mangiandole, 200 locuste al giorno, al contrario dei poveri polli, capaci di abbatterne, allo stesso modo, solo una sessantina al giorno.

Si era ipotizzato, dunque, di far convergere contro gli invasori un esercito di 100mila anatre, che avrebbero sbaragliato il nemico in poco tempo.

Ma la stupenda idea, dopo attento vaglio, è stata infine scartata, data la natura desertica delle lande pakistane, che metterebbe in difficoltà l’esercito aviario (The Guardian). E in Pakistan si sta ricorrendo ai soliti, e meno biologici, pesticidi.

Ma se il flagello pakistano sta avendo un qualche contrasto, grazie all’aiuto di Pechino, da tempo alleata con Islamabad, gli altri sciami, quelli che imperversano in Africa e Medio oriente, sono ancora liberi di colpire: i Paesi africani hanno davvero poche frecce nella loro faretra.

E se l’aiuto non è arrivato finora, nonostante i vari appelli agli organismi internazionali, rimasti colpevolmente inerti, è davvero difficile che arrivi oggi, con il mondo preda del flagello coronavirus.

Così questa piaga lascerà sul campo morti dei quali non importerà nulla a nessuno, dato che sono africani e non sono deceduti per coronavirus.

Non è una conclusione nostra, ma del Locust Watch, un organismo internazionale che studia gli sciami di locuste (Timesofisrael); questa la sua sentenza: l’attuale invasione delle locuste costituisce “una minaccia senza precedenti per la sicurezza alimentare e il sostentamento” di milioni di persone.

 

NB. Il coronavirus si sta diffondendo silenziosamente anche in Africa, anche se le cifre ufficiali parlano di casi contenuti. Ovvio, davvero qualcuno pensa che ci sia chi fa tamponi in Africa? Peraltro, anche se si facessero, e in qualche Stato ci provano, l’unica soluzione sarebbe la quarantena, dato che in molti Paesi le strutture sanitarie sono praticamente assenti, mentre in tutti sono insufficienti a contrastare i danni arrecati dal morbo. Così se il virus da noi reclamerà morti, per l’Africa sarà un’ecatombe silenziosa. Che si sommerà ad altre, altrettanto silenziose e silenziate.

 

 

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