11 Febbraio 2015

In Svizzera i conti di Al Qaeda

In Svizzera i conti di Al Qaeda
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«Presso la filiale di Ginevra della Hsbc [una delle banche più importanti del mondo ndr.] c’erano i conti correnti di diversi esponenti della cosiddetta “Golden chain”, il gruppo di principali finanziatori di Al Qaeda di Osama Bin Laden. Il quotidiano francese Le Monde lo dimostra in base a documenti condivisi con l’International consortium of investigative journalist (Icij). Inoltre la banca, nonostante fosse venuta a conoscenza dell’uso dei fondi, non ha bloccato i rapporti con i suoi clienti […] violando tutte le procedure internazionali di antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo (Aml/Cft)». Così sul Corriere della Sera dell’11 febbraio Maria Antonietta Calabrò e Fabrizio Massaro (titolo dell’articolo: Lista Falciani, in Svizzera i conti dei finanziatori di Al Qaeda).

 

Nota a margine. A innescare la vicenda un bancario, Hervé Falciani, il quale ha sottratto alla sua banca dati su alcuni correntisti e li ha resi pubblici. A investigare un gruppo di giornalisti indipendenti, appunto, che hanno svelato la vicenda dei conti di persone legate ad Al Qaeda. Tante domande in proposito.

 

Diverse volte abbiamo accennato al fatto che il terrorismo internazionale vive solo grazie a ingenti finanziamenti che, necessariamente, devono passare per le banche. Un piccolo indizio che avevamo ragione. Ma è possibile che per trovare dei conti correnti usati dai terroristi si debba aspettare l’intervento di un gruppo di giornalisti internazionali? Esistono agenzie di intelligence, tra l’altro molto invasive, che hanno il compito di contrastare il terrorismo internazionale. Evidentemente hanno altro da fare.

 

Resta il fatto che senza soldi il terrorismo che sta insanguinando il mondo non esisterebbe. Una seria indagine su alcuni circuiti finanziari risulterebbe più efficace di tutti i bombardamenti effettuati finora contro l’Isis o altre bande armate che dilagano nel mondo. Ma evidentemente non si svolgono.

Ci fermiamo qui, lasciando ai lettori interrogativi ulteriori e conclusioni.

 

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