Israele: dall’esercito e dalla società civile appelli per la fine della guerra

La lettera dei riservisti dell’aeronautica che chiedeva la fine della guerra e un accordo con Hamas per liberare gli ostaggi ha provocato uno tsunami. Nonostante la risposta ferma del governo, che ha iniziato a licenziare i firmatari di quella prima missiva, continuano a piovere lettere analoghe firmate da membri del personale dell’intelligence, militare e civile, dei corpi corazzati, dei paracadutisti e di altre branche dell’esercito, siglate sia da effettivi che da alti gradi.
Ne dà conto un articolo di Haaretz, che in un altro articolo riporta come a questi si siano uniti 3500 accademici. Uno sviluppo nuovo a inaspettato del conflitto, che certo non può essere ignorato dalle autorità israeliane, nonostante tenga fermo il piede sull’acceleratore che sta producendo una strage dietro l’altra. Di ieri l’attacco all’ospedale Battista al-Ahli, una struttura sanitaria cristiana nel cuore di Gaza, devastata nella festività delle Palme (coincidenza funesta e probabilmente non casuale).
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