10 Settembre 2015

La Russia, la Siria e le strane preoccupazioni dell'Occidente

La Russia, la Siria e le strane preoccupazioni dell'Occidente
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«Nelle scorse settimane, dopo le ultime operazioni militari dell’Isis (lo Stato Islamico), la Russia aveva lasciato comprendere che era disposta a collaborare con gli Stati Uniti e le democrazie occidentali contro la minaccia islamista. L’offerta non è stata raccolta. Gli Stati Uniti vogliono sconfiggere il Califfato, ma vorrebbero anche contemporaneamente sbarazzarsi di Assad, del suo alleato russo e della base navale di cui dispone sulla costa siriana. Qualche giorno fa Putin è tornato sull’argomento con una dichiarazione in cui ha annunciato che Assad è pronto a fare nuove elezioni per il rinnovo del Parlamento ed è disposto a governare con la parte “sana” dell’opposizione siriana».

 

«Al di là di ogni considerazione sulla credibilità di una tale prospettiva, il messaggio dimostra che Putin continua a rivendicare un ruolo nella crisi siriana e non è disposto a permettere che il presidente Assad venga travolto da una paradossale convergenza tra l’Isis e le democrazie occidentali». Così inizia un articolo di Sergio Romano sul Corriere della Sera del 10 settembre (titolo: Il groviglio del Presidente americano).

 

Nota a margine. Abbiamo riportato la nota perché accenna al problema cruciale della guerra siriana e per quel passaggio, coraggioso e obiettivo, sulla «paradossale convergenza tra l’Isis e le democrazie occidentali». 

 

Per parte nostra non si può che registrare come la coalizione anti-Isis guidata dagli Usa, in mesi di bombardamenti, non abbia conseguito nessun risultato, anzi. Cosa che non può non suscitare domande sul reale contrasto messo in campo. Sotto questo profilo, hanno fatto notizia, ad esempio, le fotografie satellitari di 700 camion di rifornimenti per l’Isis, giunti indisturbati a Raqqa il 5 settembre scorso. Foto visibili anche su google maps, ma stranamente invisibili ai tanti satelliti e droni di tale spettabile coalizione.

 

Di per sé non si potrebbe che essere lieti dell’arrivo di altre forze, quelle russe, invece fortemente motivate, sia pur per interesse, a contrastare l’Isis. Invece accade il contrario. Suscita preoccupazioni e proteste. E rende palese che per le cancellerie occidentali la permanenza al potere di Assad è cosa più catastrofica del dilagare del terrorismo internazionale. 

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