5 Gennaio 2018

La Storia dell'Osservatorio siriano dei diritti umani

La Storia dell'Osservatorio siriano dei diritti umani
Tempo di lettura: 2 minuti

Se ne sono accorti! Dopo anni, sei lunghi anni, nei quali l’Osservatorio siriano per i diritti umani è stato una sorta di oracolo che informava, nel senso più ampio del termine, tutti gli articoli sulla Siria scritti sui media mainestream, hanno scoperto che era una fonte di Fake News.

Non era difficile arrivarci. Bastava vedere la sua struttura: «l’Osservatorio è in realtà gestito da una sola persona. Inoltre, sarebbe finanziato da non meglio precisate agenzie occidentali, britanniche in particolare», scrive infatti Carlo Ciavoni sulla Repubblica del 4 gennaio.

E come tale era funzionale al regime-change siriano, non solo attraverso la diffusione di notizie false sugli asseriti crimini di Assad, ma soprattutto nell’omissione dei crimini che le bande armate jihadiste scatenate in Siria disseminavano a piene mani.

Un’omertà criminale, dal momento che tali bande «affamano i civili, privandoli degli aiuti a loro inviati, usandoli come scudi umani e come oggetto di mistificazione della realtà», come accenna nell’articolo, tenendosi basso.

Tenendosi basso perché la realtà, ora che quelle zone sono state liberate dal governo siriano, inizia a emergere in tutto il suo orrore.

Tanti i testimoni che possono raccontare quanto avveniva nelle zone occupate dai cosiddetti ribelli che godevano del favore dell’Occidente.

Per anni sul nostro sito abbiamo scritto altro dalla narrativa ufficiale, riportando quel che era sotto gli occhi di tutti e non si scriveva perché incongruente con la realizzazione del regime-change siriano.

Probabile che anche questa denuncia vada a finire nel dimenticatoio; e sicuramente nessuno di quanti in questi anni ha propalato le notizie dell’Osservatorio riportandole senza una minima verifica, senza un minimo senso del pudore, farà mea culpa.

Nessuno appenderà la penna al chiodo, anzi questi cronisti continueranno nella narrativa abituale, come d’altronde successo quando si è scoperto che le armi di distruzione di massa di Saddam erano una bufala propalata da Gran Bretagna e Stati Uniti per iniziare la guerra nel Golfo.

Ma l’articolo di Ciavoni resta ed è da incorniciare: la verità, dopo tanti anni di menzogne sulla guerra siriana, ha fatto capolino. Si è fatta intravedere. E resta come tremendo atto di accusa contro i tanti cronisti e analisti prestati a questo immondo crimine internazionale.

Non pagheranno il fio, anzi continueranno a discettare e a informare, o disinformare che dir si voglia, dai loro autorevoli scranni. Ma la storia ha iniziato a prendere il sopravvento sulla cronaca (cronaca nera nello specifico).

Per parte nostra accogliamo questo piccolo tributo alla verità con certa trattenuta apprensione, come si fa per una cosa preziosa. E rara. La Storia, con la S maiuscola, ha iniziato il suo corso.

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