29 Ottobre 2015

L'"era religiosa" post 11 settembre

L'"era religiosa" post 11 settembre
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Il presidente Usa George W. Bush e il senatore repubblicano John McCain

Il mea culpa di Blair sulla guerra in Iraq (ne abbiamo trattato in una nota) ha suscitato reazioni. A livello alto come a livello mediatico. A distinguersi per i toni polemici Giuliano Ferrara, che delle guerre neocon è stato un acceso sostenitore, ma si segnala anche l’editoriale del Corriere della Sera del 28 ottobre di Antonio Polito (L’Occidente si pente troppo), che, anche se in toni più pacati, nega le evidenti connessioni tra tali conflitti e il dilagare dello jihadismo.

 

Sul Sussidiario del 29 ottobre, Massimo Borghesi risponde a Ferrara articolando nel dettaglio tali connessioni e altro. Di particolare interesse un passaggio: «Comunque sia, le confessioni di Blair, disinteressate o meno, obbligano anche i più recalcitranti ad un bilancio critico dell’ultimo quindicennio: quello aperto dall’abbattimento delle Torri gemelle l’11 settembre 2001 a New York. Da allora siamo entrati in un’era “religiosa”, caratterizzata da una religiosità manichea, guerriera, la stessa che ha sembrato trionfare, al presente, con le teste mozzate dei fanatici dell’Isis.  Di questo periodo di fuoco, in cui il Dio degli eserciti si rovescia nel predominio delle forze demoniache, la guerra in Iraq ha costituito, dopo la tragedia dell’11 settembre, il vero inizio.  Il suo fallimento, spiega ora Blair, è la causa remota dell’espansione dell’Isis».

 

Nota a margine. Il titolo di questo articolo è: Ferrara, Blair, la guerra in Iraq: la fine di un’epoca (in realtà nell’articolo si parla non di “epoca” ma di “era”, termine dal significato più profondo di quello meramente cronologico). Un titolo giustificato da ragioni di sintesi, ma che forse avrebbe necessitato di un punto interrogativo finale. Se è vero, infatti, che certe follie appartengono al passato, è vero anche che, come accennato all’inizio della nota, gli ambiti neocon sono ancora molto influenti, negli Stati Uniti e in Europa, come denotano tra l’altro le irrisolte crisi ucraina e siriana (e altro). Né si rassegnano a una transizione che li vede in ritirata. Importanti, da questo punto di vista, le prossime elezioni presidenziali Usa.

 

Da notare che la caratterizzazione “religiosa” di certa ideologia (che ha in Hegel la sua espressione sorgiva e compiuta, come accenna Borghesi nel suo articolo) ha dato vita a quel fenomeno che in ambito cattolico ha preso il nome di teocon, del quale l'”ateo devoto” Ferrara ha rappresentato, rappresenta, solo una delle tante espressioni, non certo la più influente  in ambito ecclesiale.

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