20 Novembre 2014

L'Ucraina, le mosse di Putin e quelle della Nato

L'Ucraina, le mosse di Putin e quelle della Nato
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Nella rubrica delle lettera che cura sul Corriere della Sera, Sergio Romano risponde a un lettore che gli chiede spiegazioni riguardo la crisi ucraina dove, in particolare con l’annessione della Crimea alla Russia, sono state cambiate le frontiere di uno Stato europeo in violazione ai trattati internazionali. «Prima che la Russia modificasse la carta geografica dell’Ucraina – risponde Romano – gli Stati Uniti avevano già modificato la carta geopolitica europea allargando la Nato sino a comprendere quasi tutti i Paesi che erano stati membri del Patto di Varsavia; e al vertice atlantico di Bucarest, nel 2008, avevano proposto l’adesione di due nuovi Paesi, Ucraina e Georgia. La Nato non è un’organizzazione per la sicurezza collettiva dell’intero continente europeo. È un’alleanza politico militare, quindi creata per fare fronte a un potenziale nemico. Era davvero difficile prevedere quali sarebbero state le reazioni della Russia di fronte a questa progressiva estensione di un’organizzazione nata durante la Guerra Fredda?».

 

Inoltre, continua il cronista del Corriere, «nel 2002 il governo americano ha denunciato il trattato sulle installazioni antimissilisitiche, concluso con l’Unione Sovietica nel 1972, per essere libera d’installare una rete di nuove basi attraverso l’Europa centro-orientale. Washington aveva motivato questa decisione dichiarando che i missili americani erano destinati a intercettare quelli provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa. A Mosca questa spiegazione sembrò, non senza ragione, poco convincente».

Quindi, dopo aver accennato alle «mosse azzardate» di Putin in Ucraina, conclude: «Non credo che l’estensione delle frontiere di un’area di influenza sia meno importante, per gli equilibri europei, della modifica di una frontiera statale».

(Titolo dell’articolo La questione Ucraina L’inviolabilità dei confini).

 

Nota a margine. Invero interessanti le considerazioni di Sergio Romano, alle quali forse ne andrebbero aggiunte altre riguardo i tanti misteri che circondano la sollevazione “popolare” di piazza Maidan, durante la quale l’America non è stata certo spettatrice passiva, come rivelato da un’intercettazione telefonica dell’ambasciatrice Usa a Kiev finita su youtube

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