4 Luglio 2020

L'arresto della Maxwell e il ritorno del caso Epstein

L'arresto della Maxwell e il ritorno del caso Epstein
Tempo di lettura: 2 minuti

L’arresto di Ghislaine Maxwell, compagna di merende di Jeffrey Epstein, suscita interesse, dato che torna alla ribalta uno scandalo che per qualche giorno, prima di essere sopito, ha fatto tremare gli ambiti più che potenti del mondo.

Epstein è stato accusato di pedofilia e di traffico di minori e sbattuto in carcere, nel quale è stato suicidato (lui o chi per lui poco importa).

Ma la sua compagna di giochi, le cui responsabilità erano palesi fin dal principio, non è stata subito perseguita, tanto che ha potuto tranquillamente espatriare e rifugiarsi in Francia, la cui legislazione poteva difenderla da un eventuale mandato di cattura. L’estradizione negli Usa, infatti, sarebbe stata quasi impossibile.

Così è strano che sia tornata in America, dove poi è stata arrestata dall’Fbi, che si è svegliata dopo un lungo sonno. Nel frattempo le varie residenze di Epstein, almeno quelle che si conoscono, sono state ripulite da tutto quanto poteva ricondurre a quanti – davvero tanti – le hanno frequentate.

Così la residenza monumentale a New York, così il ranch Zorro nel New Mexico, così l’isola di saint James nelle isole Vergini, i cui sotterranei hanno conosciuto orrori indicibili che rimarranno segreti.

Nessuno dei tanti frequentatori di quei luoghi, ricchi, ricchissimi, potenti, potentissimi, sarà mai indagato.

Persone che certo dovevano essere della cerchia dei potenti con i quali Epstein aveva rapporti. E ne aveva tantissimi (sul New York Post, ad esempio, l’invito della Maxwell a un party riservato di Jeff Bezos, mentre più noti sono gli incontri tra Bill Gates ed Epstein, sui quali il magnate Usa ha fatto pubblica ammenda).

Si tratta di magnati che elargiscono montagne di soldi ai più importanti giornali del globo, finanziano politici e istituzioni in tutto il mondo, tanto che i media li descrivono in genere come “benefattori”. Non possono essere toccati.

Così anche l’arresto della Maxwell non servirà a inchiodare quel mondo, troppo potente, ma per inguaiare solo qualcuno di questi, peraltro qualcuno che sia già noto alle cronache. Il toto-nomi è iniziato: c’è chi dice che verrà inchiodato solo il principe Andrew, per far crollare la Corona britannica, chi Bill Clinton e la moglie Hillary.

Ma c’è anche chi punta al cinghialone, cioè Trump, anche se dei tanti potenti che lo hanno attorniato egli è l’unico di cui è noto un particolare in controtendenza: avendolo ospitato in una sua struttura, Epstein aveva molestato una cameriera e fu cacciato seduta stante.

Vedremo se e come evolverà la vicenda. Intanto il noto avvocato Alan Dershowitz, uno dei più potenti d’America, in rapporti, a sua detta, leciti, con Epstein, ha redatto una pubblica difesa della Maxwell, forse nella speranza che lo scelga come difensore, come già fece il suo compagno di merende. Serve a tutelare anzitutto se stesso, ma anche quel mondo che egli rappresenta.

Aspettarsi sorprese eclatanti da questa inchiesta sarebbe vano, appunto. La Maxwell probabilmente sa già cosa deve dire e cosa no. Ma forse qualche spiraglio potrebbe aprirlo.

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