26 Settembre 2016

Il muro del silenzio sui massacri in Yemen

Il muro del silenzio sui massacri in Yemen
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Sulla Stampa del 25 settembre Domenico Quirico pubblica un articolo sulla guerra in Yemen, che contrappone le forze anti-governative, in prevalenza sciiti Huti, e Ryad. Un vero inferno dal quale nessuno può scappare, nemmeno da profugo, «perché un assedio metodico e spietato da terra e dal cielo ha isolato milioni di persone». Una prigione a cielo aperto sulla quale cadono, martellanti, bombardamenti indiscriminati che fanno strage di civili, tra cui donne e bambini.

 

Così Quirico: «C’è un luogo al mondo in cui sperimentiamo ogni giorno che realtà politica e moralità politica non hanno nulla in comune. perché gli aerei che bombardano, gli uomini che stringono i bulloni di questo assedio spietato di un popolo intero hanno contrassegni e divise e nome: è l’esercito dell’Arabia Saudita e dei suoi nove alleati clienti, dagli Emirati al Qatar, le monarchie del petrolio».

 

«Il silenzio volontario con cui l’Occidente avvolge il massacro lo conosciamo bene: è la realpolitik con cui gli Stati Uniti e l’Europa rendono omaggio ai signori del petrolio, a questi “ottimi alleati” seminatori di spietate sharie, finanziatori, da quaranta anni, di tutti i fanatismi islamisti, fino al sanguinario califfato nella Terra dei due fiumi».

 

Nota a margine. Articolo che rompe il muro del silenzio che circonda questo massacro, e che accenna al ruolo oscuro della monarchia wahabita nella diffusione del feroce islamismo radicale. Quello che si è scatenato in Siria contro la popolazione civile, in una guerra parallela, come scrive Quirico, ma di segno opposto, come non ne scrive (anzi egli vede un parallelo perfetto).

 

Perché è proprio per difendere il Paese dall’attacco del terrore islamista, scatenato dall’Arabia Saudita e dai suoi alleati, che Damasco e la Russia stanno lottando, in una guerra che è altrettanto feroce ma molto più subdola, dal momento che le informazioni su tale conflitto sono manipolate in maniera sistematica, come scopriremo tra anni grazie a inchieste simili a quelle che hanno svelato le manipolazioni che hanno accompagnato la guerre in Iraq e Libia (ma sarà ormai troppo tardi per frenare i crimini che si stanno compiendo).

 

Significativo un altro cenno dell’articolo, nel quale si legge che in Yemen al Qaeda «non è alleata con gli sciiti di Sanaa». Sottinteso, fa strage di concerto con Ryad, come avviene anche in Siria. Quirico non menziona l’Isis in questa campagna anti-huti, che pure è ben presente, ovviamente anch’essa a supporto di Ryad e dei suoi alleati.

 

Una compagnia della buona morte che agisce con il sostegno attivo dell’Occidente, che non solo si è mobilitato per garantire il silenzio su tali crimini, ma condivide con Ryad la furia anti-sciita in nome della stabilità della Penisola arabica (e dei giacimenti di petrolio).

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