8 Novembre 2013

Nucleare iraniano: l'America non ha più bisogno dell'Arabia Saudita

Nucleare iraniano: l'America non ha più bisogno dell'Arabia Saudita
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Il capo del Dipartimento di Stati Usa John Kerry e il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif

Sergio Romano, sul Corriere della Sera dell’8 novembre, si sofferma sui negoziati intrapresi sul nucleare iraniano. Un negoziato, secondo l’ex ambasciatore, che sembra avviato su una strada feconda, nonostante sia ancora ai primi passi e soprattutto debba confrontarsi con tante avversità: quelle dell’Arabia Saudita e degli altri piccoli Stati sunniti abitati da minoranze sciite, che vedono lo sdoganamento del Paese rivale come una minaccia; di Israele, che teme sorprese; degli ambienti neocon americani che non nascondo la loro rabbia per questa avventura diplomatica intrapresa dall’amministrazione Obama. Tanti ostacoli per la distensione. Ma al momento sembrano superabili, prosegue Romano, consentendo all’Iran di tornare ad affacciarsi di nuovo nel contesto internazionale e avere un posto «al tavolo dei negoziati in Siria» oltre che divenire «un interlocutore necessario nelle questioni che concernono l’Afghanistan, l’Iraq, il Libano, alcune vecchie repubbliche sovietiche del Caspio e del Caucaso». L’accordo, continua Romano, «confermerebbe che gli Stati Uniti, dopo le brutte esperienze dell’ultimo decennio, non vogliono essere il gendarme del mondo e che il loro patto di ferro con i sauditi non è più indispensabile (anche grazie alle rocce scistiche, che contengono depositi di gas più vicini alla superficie terrestre, resi accessibili alle nuove tecnologie)».

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