26 Giugno 2019

G-20 di Osaka: Trump incontrerà Putin e Xi

G-20 di Osaka: Trump incontrerà Putin e Xi
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Putin e Trump si incontreranno al G-20 di Osaka il 28 giugno. Lo hanno dato per sicuro la britannica Reuters e l’agenzia russa Tass ed è stato confermato successivamente dal Cremlino.

Notizia di rilievo primario, dato che sulla distensione dei rapporti Usa-Russia si stanno giocando i destini del mondo (compresa la criticità iraniana oggi cruciale).

Il vertice Usa-Russia e Gerusalemme

A quanto pare, a favorire la possibilità di tale incontro è stato il vertice di Gerusalemme tra i Consiglieri per la sicurezza nazionale di Stati Uniti, Russia e Israele, rispettivamente John Bolton, Nikolai Patrushev e Meir Ben-Shabbat.

Un summit al quale ha partecipato attivamente anche Benjamin Netanyahu, che lo aveva patrocinato. A rivelare l’importanza del summit di Gerusalemme per il vertice tra i presidenti Usa-Russia il quotidiano russo Izvestia e il sito israeliano Debka.

Netanyahu sembra navigare in acque poco tranquille, come rivela l’idea di annullare le elezioni israeliane fissate per settembre. Un’idea che trova opposizione (timesofisrael), ma che indica appunto come il premier per la prima volta non si senta sicuro del risultato delle urne, anzi (per Haaretz i sondaggi sarebbero disastrosi per il suo partito, il Likud).

L’incertezza sul suo futuro, politico e giudiziario (incombe su di lui l’apertura di un processo), lo porta a cercare sponde altrove, mitigando certa pregressa assertività.

Da qui l’importanza che ha rivestito per il premier israeliano la photo opportunity con i Consiglieri per la sicurezza nazionale russo e americano e il favore espresso per il summit tra i presidenti delle due potenze globali.

Il summit di Osaka e il solito Russiagate

Ma il vertice di Osaka troverà egualmente contrasto, come dimostra l’annuncio della convocazione del procuratore speciale Robert Mueller al Congresso degli Stati Uniti.

La conclusione dell’inchiesta sul Russiagate, che ha scagionato Trump dalle accuse di collusione con Mosca, non è stata digerita dagli avversari politici del presidente.

Ma colpisce che l’annuncio della convocazione del procuratore, evocato da tempo, sia giunto a ridosso del G-20. Un vero e proprio monito a Trump a non incontrare il suo omologo russo.

Nel confermare l’incontro, il Cremlino ha fornito alcuni possibili temi dei colloqui: Iran, Venezuela, Corea del Nord… prevedibili.

La Cina

Il vertice suddetto si svilupperà in parallelo a quello tra Xi Jinping e Trump, che proprio oggi, nella stessa giornata dell’annuncio del summit russo-americano, vede una piccola svolta.

Indicato come possibile sede di ricomposizione della guerra commerciale tra i due Paesi, finora aveva suscitato lo scetticismo del caso, dato che è impossibile risolvere in una chiacchierata un tema tanto complesso.

Ma oggi il ministro del Tesoro degli Stati Uniti, Steven Mnuchin, ha dichiarato che i colloqui preliminari sino-americani sono andati bene e che il 90% dei problemi tra i due paesi ha trovato una risoluzione (Reuters).

L’intesa tripartita

Un assist a Trump non secondario, quello di Mnuchin. Il presidente degli Stati Uniti può dunque rivelarsi come il mattatore di Osaka, cosa che gli permetterebbe di ostentare al mondo il suo nuovo profilo internazionale.

Non più l’imperatore di un impero in declino, che difende con le unghie e con i denti la sua influenza globale sempre più erosa.

Ma l’imperatore che ha saputo gestire la crisi dell’impero riuscendo a conservare la primazia grazie a un nuovo ordine mondiale disegnato insieme ai due imperi emergenti – la vecchia Russia tornata al suo ruolo e la nuova Cina alla quale si cerca di negare il nuovo profilo globale.

Disegno che trova forte contrasto, ma che può delinearsi – se non come cosa attuata, almeno come prospettiva – a Osaka.

L’Iran

Sul punto giocherà un peso importante la criticità iraniana, sulla quale sta o cade l’intesa globale tripartita.

Trump sta facendo sfoggio muscolare dopo il ritiro dell’attacco contro Teheran, che lo ha esposto ad accuse di debolezza. Questo il motivo delle nuove sanzioni comminate contro Teheran.

Ma ha pure detto che se fosse per Bolton “saremmo in guerra con tutto il mondo“, battuta che Debka registra come una sconfessione e un deponteziamento del suo Consigliere guerrafondaio.

Vedremo come e se si riuscirà a trovare una strada per allentare la cruciale tensione mediorientale.

 

 

 

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