24 Aprile 2023

Politico: gli Usa temono che l'offensiva di Kiev avrà un esito limitato

Richard Haass. Politico: gli Usa temono che l'offensiva di Kiev avrà un esito limitato
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“Se l’Ucraina non riuscirà a ottenere successi evidenti sul campo di battaglia, sorgerà inevitabilmente la domanda se sia giunto il momento per una conclusione negoziata dei combattimenti”, ha affermato Richard Haass, presidente del Council on Foreign Relations. aggiungendo che “[il sostegno all’Ucraina] è costoso, stiamo esaurendo le munizioni e abbiamo altre contingenze in altre parti del mondo da affrontare”.

“È legittimo porsi queste domande senza compromettere gli obiettivi dell’Ucraina”. Così su Politico in un articolo dedicato alla controffensiva ucraina.

Negli Stati Uniti, continua Politico, si nutrono poche speranze sul fatto che la controffensiva possa riuscire a tagliare il ponte terrestre che unisce la Russia alla Crimea –  come invece promettono gli ucraini – e più in generale sull’efficacia della stessa.

In caso di successo limitato, l’amministrazione Biden si troverà ad affrontare le critiche da quanti reputano che non abbia supportato abbastanza Kiev e, sul versante opposto, da quelli che sostengono l’apertura di negoziati, dal momento l’insuccesso renderebbe evidente l’errore di sostenere una guerra che l’Ucraina non può vincere.

Politico riferisce le indiscrezioni di alcuni funzionari Usa che palesano scetticismo sulle possibilità ucraine. Ma secondo la nota anche “l’intelligence statunitense ritiene che l’Ucraina semplicemente non ha la capacità di ricacciare le truppe russe da dove si sono trincerate e un sentimento simile si è ormai diffuso anche sul campo di battaglia in Ucraina”.

Urgono contromisure. Così, continua Politico, “si ritiene che Kiev sia disposta a prendere in considerazione la possibilità di modificare i propri obiettivi, secondo i funzionari americani, e un obiettivo più modesto potrà essere rivenduto più facilmente come una vittoria”.

A tale successo limitato, prosegue Politico, potrebbe seguire l’apertura di negoziati per “un cessate il fuoco non permanente”, che non precluda la possibilità di riaprire le ostilità “in futuro” (prospettiva che Mosca difficilmente potrà accettare, perché creerebbe instabilità permanente ai suoi confini).

Ma, al di là, se abbiamo iniziato la nota con le considerazioni di Haass è perché egli è una figura autorevole dell’establishment atlantista. Vuol dire che anche in seno a tale ambito è iniziato un confronto segreto quanto rilevante sulla guerra.

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