16 Gennaio 2014

Siria: anche i profughi usati come ostaggio

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«Martedì un ministro palestinese ha accusato i “terroristi” che lottano per rovesciare il presidente siriano Bashar al-Assad di bloccare l’accesso agli aiuti al campo profughi di Yarmuk, a sud di Damasco. I ribelli controllano le zone attorno a Yarmuk, ma da mesi le forze governative hanno imposto un assedio soffocante sul campo, dove circa 20.000 palestinesi vivono nonostante le terribili carenze. Il Ministro del lavoro palestinese Ahmad Majdalani, in visita a Damasco per negoziare l’accesso degli aiuti al campo, ha detto che i profughi palestinesi non devono essere utilizzati come ostaggi del conflitto». È quanto ha pubblicato il 14 gennaio The Daily Star – Lebanon

Majdalani durante una conferenza stampa a Damasco ha riferito che lunedì un convoglio di aiuti diretto a Yarmuk è stato preso di mira «a circa 100 metri di distanza dal punto di incontro concordato», nelle vicinanze del campo. Affermando che «la zona di provenienza del fuoco era nota… per essere sotto il controllo di Al-Nusra Front, Ahrar al-Sham e Suqur al-Golan», ha accusato direttamente i gruppi ribelli che combattono le truppe di Assad. «Tutti questi gruppi sono noti per i loro legami terroristici e metodologia». Il ministro ha aggiunto che i palestinesi «in tutto il mondo sanno […] che coloro che hanno preso in ostaggio il campo sono questi gruppi, non le autorità siriane».

Il convoglio di aiuti di lunedì è stato il sesto a cui è stato impedito l’accesso al campo. Mentre si verifica il “solito” scambio di accuse circa le responsabilità, nel campo di Yarmuk si continua a morire per la carenza di cibo e medicinali. 

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